"Il cronista è un esploratore che
parte, osserva, parla e riporta quello che ha visto. Il cronista
è un cartografo di vite". Nasce da questa riflessione 'La
geografia delle storie', la nuova mostra personale di Salvatore
'Salgar' Garzillo, cronista di nera per ANSA e reporter
illustratore, una figura rara nel panorama giornalistico
europeo, che racconta la cronaca utilizzando il disegno. Un
tratto veloce, a volte graffiato, come fosse un ritratto rubato
all'interlocutore.
"Quelli di Salgar - spiegano gli organizzatori - sono appunti
visivi, descrizioni senza giudizio, istantanee a penna in
equilibrio tra la serietà che impongono alcune tragedie e
l'ironia talvolta necessaria per affrontarle". La mostra, che si
inquadra nel Circuito Open della Biennale del Disegno di Rimini
2024, è ospitata nelle sale dello studio Cumo Mori Roversi
architetti, nello storico palazzo Bartolini-Ugolini, di fronte
al Museo Fellini, ed è a cura di Alessandro Mori.
Il percorso è diviso in due macro sezioni, 'La nera' e
'Laggiù'. Alla prima sezione appartengono decine di disegni
realizzati sulle scene del crimine, nei tribunali e durante il
'giro di nera'. "Le pagine dei taccuini compongono il racconto
del tempo che Salgar vive come giornalista. Le grandi storie
nazionali finite su giornali e telegiornali (come l'omicidio di
Giulia Tramontano o il processo a Olindo e Rosa), convivono con
il pulviscolo criminale, con quelle piccole vicende di orrore
quotidiano di cui è fatta la cronaca nera".
Della sezione 'Laggiù' fanno parte disegni realizzati durante
i reportage in zone di guerra, in particolare in Iraq e Ucraina.
"Garzillo va in 'quei posti laggiù' e riporta indietro storie e
pezzi di realtà, come le boccette di terra presa sui luoghi.
Nessun collezionismo macabro, quella terra è usata sul momento
come pigmento per colorare i disegni".
"Negli ultimi 15 anni, come cronista di ANSA, ho partecipato
al 'giro di nera', questo rito che coinvolge al massimo una
decina di giornalisti, tra le varie testate. L'ho sempre
considerato un grande privilegio" afferma Garzillo, napoletano
di origine e da tempo residente a Milano. "Sui miei taccuini ho
appuntato tante informazioni che poi sono servite per scrivere i
pezzi ma soprattutto ho disegnato, su quelle parole, tanti volti
dei protagonisti delle notizie, non solo vittime e banditi". Ed
è così che "le voci della cronaca si sono trasformate in
personaggi visibili".
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