In Italia, in dieci anni, i casi di
tumore della mammella sono aumentati del 16%: erano 48mila nel
2013 e sono stati 55.900 nel 2023. Si tratta della neoplasia più
frequente non solo fra le donne, ma in tutta la popolazione.
Dall'altro lato, sono sempre più efficaci gli strumenti a
disposizione dei clinici per affrontare la malattia e, oggi,
oltre 834.000 pazienti vivono dopo la diagnosi. Il percorso di
cura, che è diverso per ogni donna, deve sempre collocarsi
all'interno dei Centri di Senologia, le Breast Unit, che
garantiscono una presa in carico multidisciplinare e maggiori
possibilità di sopravvivenza. Per far comprendere a tutti,
pazienti, caregiver e cittadini, come ogni tumore della mammella
debba seguire uno specifico percorso di cura, definito da team
multidisciplinari, prende il via la campagna nazionale di
sensibilizzazione 'Non sono tutti uguali. Tumori al seno e
percorsi di vita'.
Il progetto, promosso da Msd e presentato oggi, ha la
consulenza scientifica di Fondazione Aiom (Associazione Italiana
di Oncologia Medica) e il patrocinio di Anisc (Associazione
Nazionale Italiana Senologi Chirurghi), Aps Senonetwork Italia
(il network dei centri italiani di senologia), Sipo (Società
Italiana di Psiconcologia), Aps Susan G. Komen Italia e delle
associazioni di pazienti Europa Donna Italia, Fondazione
IncontraDonna e Salute Donna Odv, con il riconoscimento di Sirm
(Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica). La
campagna vuole analizzare anche gli aspetti emozionali,
attraverso un monologo che racconta il vissuto di una donna che
riceve una diagnosi di tumore al seno, interpretato dall'artista
Lucia Ocone. Il monologo è presentato in apertura delle tappe di
Roma e Milano (10 e 17 maggio 2024) del tour nei palazzetti del
gruppo i Pinguini Tattici Nucleari.
"Nel nostro Paese, l'88% delle pazienti è vivo a 5 anni dalla
diagnosi - afferma Saverio Cinieri, presidente di Fondazione
Aiom -. La malattia può presentarsi in svariate forme e ogni
paziente è diversa dalle altre. La scelta della terapia dipende
da più fattori. È fondamentale che tutte le donne siano
consapevoli dell'importanza di essere curate, fin dal momento
della diagnosi, all'interno dei Centri di Senologia e che si
rivolgano a queste strutture".
Uno studio su oltre 13.700 pazienti, pubblicato sul British
Medical Journal, "ha dimostrato un aumento della sopravvivenza
del 18% per le donne trattate nelle Breast Unit, dove è
garantita l'assistenza da parte di équipe di professionisti che
studiano il singolo caso, individuano la terapia più idonea,
l'approccio chirurgico ottimale e le cure successive -
sottolinea Mario Taffurelli, Presidente di APS Senonetwork
Italia -. Ciascun Centro deve trattare un minimo di 150 nuovi
casi l'anno e avere un 'core team' di sei professionisti
dedicati: chirurgo, radiologo, anatomo patologo, oncologo,
radioterapista e infermiere, a cui si possono aggiungere altre
figure. Si stima che circa il 90% dei casi di tumore mammario
afferisca alle 156 Breast Unit incluse nella rete di
Senonetwork. Il 10% delle pazienti, però, resta ancora fuori
dalla rete, è quindi necessario - conclude - sensibilizzare
tutta la popolazione, inclusi i caregiver, e il progetto 'Non
sono tutti uguali' ha proprio questo obiettivo".
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