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COSA VERIFICHIAMO
La miopia colpisce ancor più dell'obesità con 2,6 miliardi di persone affette nel mondo, il doppio degli obesi, e un'impennata dei casi di distacco di retina - una delle conseguenze possibili - in aumento del 44% dal 2009. Una patologia così diffusa e in crescita da essere definita una 'epidemia'
Le cause della miopia non sono ancora del tutto chiare, ma si pensa che siano coinvolti fattori genetici e ambientali. Tra gli aspetti anatomici che influiscono maggiormente sullo sviluppo della miopia c’è l’aumentata lunghezza del bulbo oculare, cioè il fatto di avere un occhio più lungo del normale. Questa caratteristica ha una forte componente ereditaria, per cui i bambini con genitori o parenti miopi hanno più probabilità di avere un bulbo oculare allungato. I progressi più recenti della scienza indicano però che è possibile rallentare la progressione della miopia.
ANALISI
Ci sono aspetti che incidono sul rischio di sviluppare la miopia in età infantile e che non hanno una base ereditaria, come la scarsa quantità di tempo trascorso in attività all’aperto e le troppe ore passate di fronte allo schermo del cellulare o al monitor del pc.
Nei bambini e anche negli adulti, gli strumenti più utilizzati per correggere la miopia sono occhiali e lenti a contatto. Questi strumenti, però, servono solo a correggere la messa a fuoco e non rallentano lo sviluppo della miopia, che di solito tende a peggiorare con la crescita. È molto probabile che un bambino con una miopia diagnosticata all’inizio delle scuole elementari indosserà occhiali dalla gradazione più alta almeno fino a 15-16 anni, quando la miopia inizia a stabilizzarsi. Una revisione Cochrane pubblicata recentemente è arrivata alla conclusione che il trattamento più efficace nel controllo della miopia sembra essere l’utilizzo di colliri a base di atropina, ma anche l’utilizzo di lenti ortocheratologiche sembra avere dei benefici. Gli autori della revisione hanno analizzato 64 studi clinici, per un totale di 11.167 bambini coinvolti.
Questi studi avevano come obiettivo confrontare il rapporto fra rischi e benefici degli interventi adottati nella pratica clinica per la gestione della miopia infantile. Ci sono prove scientifiche di qualità moderata, si legge nella revisione, che alla fine di questi trattamenti la lunghezza dell’occhio risulta diminuita fino a un massimo di 0.5mm, che corrisponde approssimativamente al miglioramento di una diottria (o di un grado). Le lenti ortocheratologiche sono lenti a contatto rigide, usate di notte, che cercano di ridurre l’eccessiva curvatura dell’occhio miope rimodellando la cornea. Riguardo ai colliri a concentrazioni elevate di atropina, il meccanismo d’azione rimane in gran parte sconosciuto, ma sembra che anche questi farmaci siano in grado di rallentare la crescita dell’occhio. Sia le lenti ortocheratologiche sia i colliri con atropina potrebbero però portare alcuni effetti collaterali come una sfocata visione da vicino, ipersensibilità alla luce e ipersensibilità oculare. Il medico specialista indicherà quindi l’intervento migliore tenendo conto anche del rapporto fra rischi e benefici. Se è possibile agire in età pediatrica, non si hanno invece praticamente dati riguardanti il controllo della miopia negli adulti. Secondo gli specialisti, non è comunque corretto ipotizzare che i trattamenti che risultano efficaci per rallentare il peggioramento della miopia in età infantile lo siano anche in età adulta, perché gli occhi di un adulto potrebbero non rispondere al trattamento allo stesso modo degli occhi di un bambino.
CONCLUSIONI
I trattamenti con lenti ortocheratologiche e colliri a base di atropina risultano dunque efficaci per rallentare il peggioramento della miopia in età infantile. Rallentare la progressione della miopia fin da piccoli, sottolineano gli specialisti, potrebbe incidere positivamente anche sul rischio di sviluppare una miopia elevata da adulto ed eventualmente avere, in età avanzata, problemi alla vista più gravi.
The International Agency for the Prevention of Blindness (Iapb) afferma in uno statement del 2023 che "esistono prove sufficienti per giustificare l’adozione di misure di prevenzione e controllo della miopia nella pratica clinica nei bambini
con miopia progressiva dell'infanzia. Sebbene permangano lacune nella conoscenza del meccanismo d'azione e dei risultati a lungo termine - sottolinea l'agenzia - i benefici superano i rischi se gestiti in modo appropriato". Tuttavia, precisa, "l’efficacia di tali interventi, soprattutto farmacologici, non è chiara nei casi di miopia patologica dovuta a disturbi del tessuto connettivo, distrofie retiniche, vitreoretinopatie".
FONTI
'Dottore ma è vero che?' (Federazione nazioale degli ordini dei medici Fnomceo)
ANSA.IT
Cochrane Svizzera
The International Agency for the Prevention of Blindness (Iapb)
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