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Capo Plaza, 'il successo? È come un ring'

Capo Plaza, 'il successo? È come un ring'

Il rapper torna con l'album Ferite. Sanremo? 'Per adesso no'

ROMA, 03 maggio 2024, 20:00

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Un esordio nel 2013, a 14 anni aprendo un canale su Youtube per un percorso che l'ha portato, fra singoli e album a 61 dischi di Platino, 30 Oro, milioni di follower sui social network, collaborazioni con emblemi della scena rap italiana e grandi artisti internazionali. Sono solo alcuni dei numeri di Capo Plaza (all'anagrafe Luca D'Orso, nato a Salerno, classe 1998) che a tre anni di distanza da 'Plaza' (triplo Platino) e a sei da '20' (quadruplo Platino), torna con un nuovo album, appena uscito, 'Ferite' (Warner music). Un viaggio in 18 tracce, di rivendicazione di se' e crescita, attraverso le sfaccettature del suo hip hop, ma anche con uno sguardo aperto.

Nell'album "sicuramente c'è un Capo Plaza più maturo, più consapevole - spiega all'ANSA il rapper, che ora sta preparando il summer tour -. Il disco si chiama 'Ferite' (anche title track che apre l'album) proprio perché penso che sia le nostre vittorie che le nostre sconfitte ci lascino delle ferite addosso ed a volte è bello mostrare entrambe, qualcosa che viviamo tutti, da esseri umani". Allo stesso modo "bisogna anche saper convivere con quelle ferite che non riusciamo a superare. Come si deve prendere il lato positivo di quelle che invece riusciamo a guarire". Tra i temi principali dei brani, amori finiti e vissuti (Mi riempi di chiamate, Baby Girl), la passione per la propria identità musicale (Busy), il legame con il passato (Non c'è love), ma anche il confronto con gioie, rischi e pressioni legati all'essere diventato una star così giovane: "Il successo, fra chi ti critica e ti attacca, è come stare su un ring di boxe. Sicuramente oggi ho imparato di più a ridere, a prendere con la giusta stima e correttezza anche le critiche. Prima magari le accettavo di meno, col tempo cresci, capisci. E' come se facessi da sparring con il tempo, impari davvero come incassare un colpo e poi anche a fartelo scivolare addosso".

Tutto ruota attorno "alla consapevolezza di chi sei e di quello che hai. Non bisogna mai scordarsi da dove si parte e porsi un obiettivo essendo sempre umili. Anche quando ti arrivano addosso le luci dei riflettori e dei flash, devi sempre ricordarti chi sei tu come persona". Un racconto (nella produzione, torna Ava, per gran parte dei brani, con la presenza anche, fra gli altri di Michelangelo, Merk & Kremont, Night Skinny), intenso e diretto ma non privo di ironia, composto anche da feat con nomi come Lazza (Money Rain), Mahmood (No drama), Annalisa (Memories) Tedua (Ancora qua) , Anna (Soldi arrotolati), Artie 5ive (La Ca$$a), Tony Boy (I Miss U). "Nelle collaborazioni mi faccio guidare dalle vibe che mi danno, penso agli artisti che preferisco o che sto ascoltando di più in quel momento. Ad esempio, avevo da tempo la voglia di fare pezzi con Mahmood o Annalisa, ed è nata l'occasione. In generale, anche per quanto riguarda i feat di altri rapper sono persone con cui c'è un rispetto reciproco, anche umanamente profondo". 'Ferite' è un percorso musicale "in cui ci sono tutte le mie sfaccettature. C'è il pezzo più aggressivo, quello più dance, c'è il pezzo un po' più conscious. Questo disco è la mia più grande scommessa, anche perché forse è quello in cui mi sono messo più a nudo in un certo senso". Rispetto invece al pubblico più pop, le interesserebbe provare la carta Sanremo? "Per adesso no. Non ho mai provato ad andarci, non ne ho mai sentito il bisogno. E' una porta che è lì, mai dire mai, nella vita. Ho imparato che più ti precludi qualcosa meno produttivo sei, quindi lascio la porta aperta… vediamo il tempo dove ci porterà"
   

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