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Guzzo Vaccarino, 'l'emozione del balletto resiste nel tempo'

Guzzo Vaccarino, 'l'emozione del balletto resiste nel tempo'

La critica presenta La fille mal gardée, al Lirico da martedì 21

CAGLIARI, 17 maggio 2024, 19:21

Redazione ANSA

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"Un balletto paesano delizioso nato rivoluzionario in chiave anti-nobiltà", scriveva nel suo testo critico su "La fille mal gardée" per il libretto di sala del teatro dell'Opera di Roma, Elisa Guzzo Vaccarino. La critica di danza, questo pomeriggio a Cagliari, ha presentato al pubblico del Carmen Melis, ridotto del Lirico, il balletto andato in scena la prima volta l'luglio 1789, al Grand Théâtre di Bordeaux, 13 giorni prima de La presa della Bastiglia. Al Lirico è atteso dal 21 maggio "Quella de La fille mal gardée è una storia di trasmissione, dai tanti maestri coreografi che l'hanno riproposta ad altrettanti interpreti allievi di loro fiducia che a loro volta sono diventati coreografi e lo hanno così preservato", spiega Guzzo Vaccarino. Tra spezzoni di video e racconti costruiti attraverso materiale d'epoca, la critica si è soffermata sulla fortuna del balletto classico, il più antico ancora in repertorio e che "si è conservato attraverso i secoli: dopo il debutto e dopo essere stato ben cesellato in Francia e in Italia, ha viaggiato in tutta Europa e nel mondo".
    Una storia d'amore a lieto fine. "In Inghilterra - ricostruisce Guzzo Vaccarino - viene messo in scena regolarmente, in Italia e altri paesi a fasi alterne. E' come un baule delle meraviglie, lasciato in soffitta, e che ogni tanto si scoperchia per scoprire i suoi tesori dimenticati. Ritornano in vita e risplendono sui palcoscenici, attraverso nuovi interpreti e nuove coreografie".
    Sono due le versioni principali del balletto. "La versione-gioiello del coreografo inglese Frederick Hashton, venata di leggerezza e humor - racconta - c'è poi il balletto di matrice russa, con la sua intonazione forte, colorata di una valenza educativa, con la lotta ai privilegi come motivo dominante che la rende una storia esemplare".
    Ed è la versione russa a essere riproposta al Lirico, coreografia Marat Gaziev, adattata dal moldavo Egor Scepaciov, nell'interpretazione del giovane corpo di ballo e dei solisti dell'Accademia Ucraina di Balletto. "A dimostrazione di come l'arte superi ogni confine e conflitto - chiarisce l'esperta - i viaggi per l'arte sono fondamentali. Meno male che i titoli d'opera o di balletto hanno superato, nei secoli, i confini: altrimenti mai avremmo potuto emozionarci davanti a un capolavoro come Giselle".
   

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