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di Paolo Petroni
E' vero, ha ragione Fabio Poggiali, autore, regista e interprete teatrale oltre che docente di Linguaggi del Teatro e della drammaturgia all'Università di Cassino, di Giorgio De Lullo si parla molto poco, appare come dimenticato. Eppure fu lui, regista, con Romolo Valli e Rossella Falk, a fondare a Roma quella Compagnia dei Giovani che ha segnato profondamente la cultura teatrale degli anni Sessanta, tra l'altro facendo riscoprire agli italiani Pirandello, giusto 50 anni fa, nel 1963, cominciando con uno storico 'Sei personaggi in cerca d'autore'.
I drammi di Pirandello infatti, prima che li mettesse in scena De Lullo con i Giovani, avevano avuto poca fortuna e anche i testi considerati più importanti in mano a Ruggero Ruggeri e Marta Abba non avevano trovato mai il favore del grande pubblico, anzi erano considerati difficili elucubrazioni.
Per Poggiali, allievo e amico della Falk, che, spinto dai ricordi di lei, ai Giovani e De Lullo ha dedicato diversi studi e ora ha pubblicato un articolato volume, 'Giorgio De Lullo regista pirandelliano - dal teatro alla televisione', quella storica Compagnia, nata nel 1954 e chiusa nel 1972, ma con alcuni strascichi negli anni '70, ''sono i Beatles del teatro italiano, perché come i giovani di Liverpool con la musica inglese, hanno portato la rivoluzione sulle scene italiane''.
Erano una compagnia privata, in tempi di nascita e sviluppo del teatro pubblico, degli Stabili, che in più si dedicava a promuovere la drammaturgia contemporanea italiana, da Pirandello a Diego Fabbri e Giuseppe Patroni Griffi, invece di affidarsi ai titoli angloamericani o francesi che andavano per la maggiore, e ha un grande successo. ''Forse - per Poggiali - è questa sua indipendenza e andare controcorrente che non gli è stata perdonata e, magari, dà anche fastidio che in tv, a resistere al tempo come fossero stati registrati oggi, ci sono solo gli spettacoli dei Giovani e di Eduardo''.
Certo i 'Sei personaggi' del 1963 come 'Il giuoco delle parti' del 1965 letti da De Lullo diventano spettacoli storici, perché la sua regia e la finezza dei suoi attori (con Valli e la Falk ci sono tra gli altri Elsa Albani e Ferruccio De Ceresa) fanno scoprire alla gente l'umanità dei personaggi di Pirandello e la grande teatralità di quei testi, che diventano coinvolgenti. ''De Lullo era attento proprio a questi aspetti - ricorda Poggiali - e li affrontava col suo rigore assoluto e un rispetto quasi sacro e prove maniacali che potevano durare dal dopo pranzo alle due di notte. E quando porta questi lavori all'estero, storiche le rappresentazioni a Londra e a Mosca, fanno scoprire Pirandello anche agli stranieri e ne fanno quell'autore internazionale che è oggi''.
Nel 1970 si unirono ai Giovani Rina Morelli e Paolo Stoppa per due anni, poi fu la Falk a far compagnia e chiamare De Lullo a dirigere prima 'Trovarsi' e piu' tardi Romolo Valli in 'Enrico IV'. Poggiali esamina tutti questi allestimenti teatrali, riporta documenti, intervista testimoni e poi li confronta con le loro realizzazioni televisive, sempre firmate da De Lullo, che la Rai con Rcs ancora pubblicano e mandano in edicola.
E' dal 1989, quando la Falk lo scritturò per recitare in 'Vortice' di Coward, che Poggiali si occupa di dare visibilità ai Giovani e De Lullo, confessando che di Rossella, cui ha dedicato amorevolmente due libri e un documentario Rai, si sente erede spirituale e ultimo testimone dei suoi ricordi, di quella donna che affermava: ''Se hai avuto un grande amore, a un certo punto lo dimentichi, mentre il teatro è il grande amore che non si dimentica mai''.
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