Meredith: 'Estradizione Amanda molto probabile'
Parla famoso penalista Usa, 'trattato Italia-Usa prevalente'
28 marzo, 19:44
di Valeria Robecco
NEW YORK - Le autorità americane non dovrebbero rifiutare l'estradizione di Amanda Knox se la 25enne di Seattle verrà condannata per l'omicidio di Meredith Kercher al termine del nuovo processo. A sostenerlo è l'avvocato Christopher Blakesley, uno dei massimi esperti di diritto penale internazionale negli Stati Uniti. Blakesley, docente all'University of Nevada, a Las Vegas, e alla William S. Boyd School of Law, in un'intervista all'ANSA spiega che secondo il Trattato bilaterale sull'estradizione in vigore tra Italia e Stati Uniti dal 1984, gli Usa non potrebbero rifiutare di estradare Amanda. "I Trattati internazionali - afferma - sono considerati prevalenti dalla stessa Costituzione americana". Tuttavia, il legale individua dei casi chiamati 'di protezione' previsti dalla Carta dei padri fondatori: "In base a queste eccezioni si creerebbe un contenzioso presso la Corte federale, la quale dovrebbe effettuare una doppia valutazione - spiega - da una parte sulla sussistenza di queste fattispecie, e dall'altra decidere se considerarle prevalenti sul Trattato". Si tratta di un terreno complesso e poco navigato, nel quale la discriminante è rappresentata dall'interpretazione data dai giudici federali: aderendo al Trattato infatti, gli Usa hanno riconosciuto che l'accordo bilaterale prevale, e si sono adeguati agli standard della legge italiana: hanno quindi riconosciuto che il processo fatto in Italia è quello che conta. L'unica possibilità per evitare l'estradizione secondo Blakesley è però da ricercare nell'esistenza, appunto, di queste eccezioni, casi 'di protezione' come il 'double jeopardy' (ossia la norma costituzionale per cui una persona assolta non può essere processata una seconda volta sulla base delle stesse accuse). E ancora la clausola del 'due process', il giusto processo, contenuta nel V e nel XIV emendamento della Costituzione americana. L'ultima parola spetta, in ogni caso, al Dipartimento di Stato, che tuttavia la consuetudine ha visto sempre allinearsi alle scelte del giudice federale. Infine, il penalista spiega che, in caso di rifiuto dell'estradizione, Amanda si troverebbe praticamente prigioniera del suo stesso Paese. "Se la studentessa di Seattle si recasse in Paesi con le quali l'Italia ha firmato accordi di collaborazione reciproca - conclude - rischierebbe di essere arrestata e quindi estradata".