Luogo - Punto di Interesse

MET - Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna

Luogo: Via F. Montevecchi, 41, Santarcangelo di Romagna (Rimini)
Il museo, inaugurato nel 1981, nasce dal lavoro di raccolta avviato negli anni Sessanta da un gruppo di ricercatori riuniti nel Comitato etnografico guidato dal museologo Giuseppe Sebesta, fondatore del Museo degli usi e costumi della gente trentina di San Michele all'Adige. Inizialmente allestito presso i locali dell'ex macello comunale, un edificio ristrutturato risalente agli anni Venti, è stato trasferito tra il 1987 e il 1989 nei nuovi spazi espositivi, consentendo l'apertura di servizi didattici e di documentazione. Il museo espone un'ampia raccolta di oggetti e strumenti, che documentano la storia, la cultura e le tradizioni delle genti che abitavano l'entroterra riminese, compreso tra l'Appennino tosco-romagnolo, marchigiano e la costa adriatica. L'esposizione ha come finalità quella di valorizzare la cultura e il territorio locale, riscoprendone le tradizioni passate e gli antichi mestieri attraverso gli oggetti d'uso quotidiano e gli attrezzi da lavoro.L'itinerario è stato suddiviso in diverse sezioni: la casa e i suoi ambienti, il mulino, i cicli del lavoro agricolo (del grano, della canapa, del vino) e le pratiche artigianali (stampa a ruggine su tessuto, metallurgia, liuteria, fabbricazione delle teglie per la cottura della piadina). Particolare attenzione è dedicata ai riti, alle credenze, alle valenze simboliche connessi ai diversi oggetti e al loro uso. Il percorso è corredato poi da pannelli, tessuti ed immagini fotografiche che accompagnano nel percorso di visita e da particolari installazioni denominate Cumuli e Digressioni: i primi concepiti come monumenti alla memoria, i secondi come esemplificazione del legame o della discontinuità tra passato e presente. Di particolare interesse la collezione di caveje Il museo custodisce, infine, una collezione di burattini e marionette appartenute a Renzo Salici erede della compagnia marionettistica fondata a metà dell’Ottocento da Ferdinando Salici. La collezione comprende 52 burattini tra i quali troviamo le maschere della Commedia dell’Arte (Arlecchino, Brighella, Capitano, ecc) e alcune maschere regionali (Facanapa, Sandrone), scenografie e copioni. Renzo Salici ha operato prevalentemente in Emilia-Romagna e in Veneto. Nel periodo tra le due guerre, le marionette originali sono state trasformate in burattette (mosse non più dai fili, ma dal basso con un ferro) e in burattini. Ai burattini si affianca una collezione di manufatti tessili sempre appartenuti alla famiglia Salici-Stignani. Si tratta di 328 pezzi, tra cui oltre 60 abiti per burattini completi, realizzati tra la metà dell’Ottocento e il primo Novecento. I vestiti sono realizzati con stoffe pregiate (seta, raso, cotone, velluto, tessuti damascati, passamaneria argentata e dorata) nuove e di risulta. La collezione è attualmente in fase di restauro e pertanto non è per ora esposta nel percorso museale. I materiali sono comunque accessibili agli studiosi.
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