ROMA - Gli stranieri amano il cibo e il vino italiano ma non conoscono il 95% dei prodotti di nicchia e di qualità, in grado di sbloccare un potenziale di almeno altri 70 miliardi di euro in export. Ancora peggio nel caso dell'olio, dove non sono note nemmeno la classificazione qualitativa del prodotto o le centinaia di cultivar da cui è ottenuto l'extra vergine.
Lo fa sapere la Cia-Agricoltori Italia che, per superare questa lacuna, ha avviato una partnership con il Gambero Rosso e il Cno-Consorzio nazionale olivicoltori, per la promozione delle eccellenze agroalimentari del made in Italy nel mondo. Si tratta di un ampio progetto di internazionalizzazione delle aziende tricolori che ha fatto tappa al Vinitaly, dove è stato presentato l'evento di ''Top Italian Food & Beverage Experience'' che si terrà a Toronto il 9 giugno e coinvolgerà le tre organizzazioni.
''L'Italia non ha mai messo in campo una strategia organica per aggredire i mercati stranieri - ha detto il presidente della Cia Dino Scanavino - e con questo piano di promozione vogliamo rafforzare e accompagnare le nostre aziende nella sfida dell'internazionalizzazione, per favorire la crescita e contrastare sia l'italian sounding che fenomeni come i wine kit''.
''Le potenzialità dell'extravergine sono enormi'', ha precisato il presidente del Cno Gennaro Sicolo, nel sottolineare che il successo passa necessariamente dalla consapevolezza del consumatore circa le proprietà nutrizionali e organolettiche uniche della spremuta di olive. Il presidente di Gambero Rosso Paolo Cuccia ha infine ricordato la Guida ai migliori Oli d'Italia 2017 con i più importanti marchi artigianali di alta qualità, un segno di riconoscimento forte quanto quello del vino.
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