Quella contro l'inquinamento
delle acque causato dai Pfas, composti chimici utilizzati
nell'industria, "è una lotta molto importante per la regione
Veneto, per il nostro paese e per tutta l'Ue, dove si sta
cercando di ridiscutere certi modelli di sviluppo". Così
l'eurodeputato Curzio Maltese (Gue), che insieme alla compagna
di partito Eleonora Forenza ha accolto al Parlamento europeo un
gruppo di attivisti veneti 'No Pfas'. Al centro delle polemiche
ci sono delle sostanze usate, ad esempio, per fabbricare padelle
antiaderenti o giacche impermeabili, la cui concentrazione nelle
acque di alcune zone del Veneto ha raggiunto livelli allarmanti.
"Numerosi studi hanno dimostrato una correlazione fra alti
livelli di Pfas nel sangue e l'aumento di alcuni tipi di tumore,
malattie tiroidee, patologie cardiovascolari, ma anche problemi
durante la gravidanza", ha spiegato l'attivista Laura Facciolo.
"Quello che sta accadendo non è diverso da ciò che è successo
con altre sostanze come l'amianto - ha dichiarato Maltese - per
anni si è ignorato o minimizzato il danno procurato. Adesso lo
si riconosce ma non c'è ancora una reazione adeguata e i limiti
che la nuova direttiva europea dovrebbe imporre non sono
sufficienti. Noi siamo per azzerare l'uso di queste sostanze".
Propositi che hanno trovato il favore degli attivisti presenti,
fra cui Michela Piccoli, del comitato 'Mamme no Pfas, genitori
attivi zone contaminate', e Luca Cecchi, dell'Associazione
Monastero del bene comune.
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