Calo consistente nei centri storici
delle città venete dei negozi al dettaglio, rimpiazzati da bar e
ristoranti.Lo rileva Confcommercio Veneto. Chiudono le botteghe
alimentari, aprono più farmacie, mentre il commercio ambulante è
'a macchia di leopardo'.Si svuotano più i centri storici che le
periferie. Per Confcommercio "le città devono essere rilanciate
con incentivi come la cedolare secca sulle locazioni commerciali
e una 'local tax' che comprenda Imu, Tasi e Tari e che sia tutta
deducibile".Nei capoluoghi,da 2008 a 2017, chiusi 527 negozi
(-21 in periferie). A Venezia -277. Oltre ai negozi di generi
alimentari (-105 tra Ve, Pd, Vi, Vr e Bl,ma +22 a Tv e Ro) a
soffrire sono i distributori di carburante (-135 da 2008 nei
capoluoghi).Aprono le farmacie, specie in periferia, e il
commercio ambulante (+141) a Vr,Vi e Pd;ma -43 a Tv, Bl,Ro e Ve.
Bar e i ristoranti:+105 dal 2008 nei centri dei capoluoghi, +229
nelle periferie.+439 per hotel, affittacamere e b&b:239 in
centri storici e 200 nelle periferie.
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