Un incremento del contributo pubblico
che "non appare ammissibile" alla luce delle condizioni
contrattuali, perché potrebbe "falsare la concorrenza". Un
impiego di risorse pubbliche, pur "attenuato" rispetto al
passato, ancora "sbilanciato a sfavore del soggetto pubblico"
rispetto alla "mobilitazione delle risorse private da parte del
Concessionario". Uno slittamento del termine dei lavori al 30
settembre 2020 giudicato "non ammissibile" senza una
corrispondente e adeguata riduzione della durata della gestione.
Sono le principali criticità sull'iter per la Pedemontana veneta
mosse dall'Autorità Nazionale anticorruzione in una delibera,
pubblicata oggi e inviata alla Procura della Corte dei Conti,
che ha già aperto un'indagine sullo stato di avanzamento dei
lavori. Anac, che auspica inoltre "un riesame della stima sui
volumi di traffico", giudica invece con favore le nuove modalità
di remunerazione del concessionario introdotte dalla Regione
Veneto, perché contribuiscono a una migliore suddivisione dei
rischi.
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