"Un artista che ha lasciato un
segno indelebile, e ancora non del tutto riconosciuto, nella
storia dell'astrazione e del modernismo americano del XX
secolo". Philip Rylands, direttore della Collezione Peggy
Guggenheim, presenta così l'ampia retrospettiva dedicata a Mark
Tobey, artista statunitense ma "cittadino del mondo" con vasti
interessi verso le culture orientali, a cui guardò anche il
"mostro sacro" dell'arte statunitense del dopoguerra, Jackson
Pollock.
La mostra allestita nelle sale della Guggenheim, dal 6 maggio
al 10 settembre, presenta 66 dipinti dagli anni '20 fino ai '70,
ed è la più esaustiva esposizione degli ultimi vent'anni in
Europa dedicata a Tobey (Centerville, Wisconsin 1890 - Basilea
1976), la prima in assoluto in Italia. Una mostra "intima ed
elegante" l'ha definita Francesca Lavazza, che ha colto
l'occasione per annunciare l'avvio di una pluriennale a
collaborazione tra l'omonima azienda e la Guggenheim a Venezia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA