"Errare è umano, perseverare
diabolico. Anche quest'anno solo un candidato su sei potrà
accedere alle Facoltà di Medicina. Lo farà indovinando le
crocette di un quiz. Gli altri cinque invece non potranno
dimostrare sul campo il loro valore studiando, dando esami, cioè
facendo veri test. E' ingiusto, miope, discriminatorio,
pericoloso perché assegna di fatto al caso la decisione su chi
diventerà medico". Così il presidente del Veneto Luca Zaia,
contrario al numero chiuso per l'accesso all'Università,
interviene in occasione dei via ai test di medicina. "Ricordo un
Ministro che, il 21 maggio 2014, in piena campagna elettorale
per le Europee, venne a Padova a dire che il numero chiuso
sarebbe stato abolito - aggiunge Zaia -. Esultai con riserva e
purtroppo la riserva era fondata: quella captatio benevolentiae
in un tempio dello studio universitario è rimasta lettera morta,
sepolta dentro all'ultimo cassetto dell'immancabile commissione
tecnica, istituita per individuare il metodo alternativo
migliore".
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