La Corte costituzionale ha dichiarato
inammissibili i ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri
dello Stato promossi dalle Regioni sulla questione delle
trivellazioni. I ricorsi riguardavano il piano delle aree e il
regime delle concessioni ed erano proposti nei confronti del
Presidente del Consiglio, del Parlamento e dell'Ufficio centrale
per il referendum presso la Cassazione. Promossi da sei Consigli
Regionali - Basilicata, Puglia, Liguria, Marche, Sardegna,
Veneto - i conflitti miravano a far rivivere i referendum su
piano aree e proroga delle concessioni, in precedenza 'bocciati'
dalla Cassazione. La Consulta ha dichiarato i conflitti
inammissibili perché non è stata espressa la volontà di
sollevarli "da almeno cinque dei Consigli regionali che avevano
richiesto il referendum". Resta in piedi, quindi, un solo
referendum sulle trivelle: quello sulla durata delle
autorizzazioni per le trivellazioni entro le 12 miglia mare, che
si terrà il 17 aprile.
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