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Ivory, idea film a Venezia, saltato

Ivory, idea film a Venezia, saltato

Due progetti in cantiere,documentario '57 apre 'Incroci Civiltà'

VENEZIA, 26 marzo 2015, 18:16

Redazione ANSA

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(di Roberto Nardi) James Ivory, il regista di 'Camera con vista', 'Quel che resta del giorno' o 'Casa Howard', guarda Venezia immersa nella pioggia dalla finestra di un antico palazzo vicino alla stazione. Gli occhi inquadrano lo scorrere di un canale, la gondola che passa, come quelle immortalate nel documentario girato nel 1957 e che 58 anni dopo apre l'ottava edizione di 'Incroci di Civiltà', gli incontri internazionali di letteratura promossi dall'Università di Ca' Foscari e Comune di Venezia, con 29 scrittori in rappresentanza di 21 paesi.

La città lagunare è nel cuore del regista statunitense, di casa a New York, tanto che nel 2011 era a un passo dal dare il via al progetto per un film tratto da Henry James, "Il carteggio di Aspern", ambientato a Venezia: "mi sono rotto una gamba e il progetto è saltato". Non c'era ancora un titolo, ma la sceneggiatura con Ruth Prawer Jhabvala, morta nel 2013, era già "alla terza fase", quella delle messa a punto del regista, con l'aggiornamento della storia agli anni '50 rispetto all'800 del libro. Anche la protagonista per Juliana c'era: Olivia de Havilland. "Era pensato per lei" ricorda Ivory; d'altronde, la protagonista del racconto lungo di James è quasi centenaria.

Abbandonato un progetto di un film, si aprono le porte per altri due: "Riccardo II" da William Shakespeare, con Tom Hiddleston, e dal romanzo di André Aciman "Chiamami con il tuo nome": "scrive romanzi ambientati in Italia anche se vive a New York". Ivory, poi, torna al rapporto con la città a cui è legato, in qualche modo, il suo stesso destino di regista, grazie a quel cortometraggio del '57 girato in parte con il passo della pellicola sbagliato, con l'effetto "che le gondole andavano veloci e altrettanto le persone". A rendere noto 'l'errore' - " a scuola non avevo dato molta attenzione al tema della tecnica di ripresa" - era stato lo stesso regista 87/enne e oggi ricorda "se non l'avessi detto nessuno se ne sarebbe accorto", visto che in un secondo viaggio aveva girato altre scene e sistemato il tutto.

"Venezia - dice - è un luogo dove si viene e si è incantati", ma poi fa capire un certo disappunto per gli effetti di un turismo di massa che richiama milioni di persone: "ora non più a San Marco. Vale solo verso mezzanotte quando ci si può sedere con tranquillità". Ivory, che in più occasioni ha parlato del suo amore verso l'arte, verso Giorgione, spiega in due battute anche le ragioni del suo essere un regista che guarda ai libri per trarre spunto per i suoi lavori: "forse più di altri ho usato la letteratura, ma un regista cerca una trama, dei personaggi, un'atmosfera...". Il regista tornerà a Venezia - 'Chissà quante volte sono venuto e per la mostra del Cinema sempre in palazzi diversi" - anche a maggio per la Biennale d'Arte, quale testimonial per la raccolta fondi lanciata da Venetian Heritage, presieduta da Toto Bergamo Rossi. (ANSA)

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