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Trials: Quale singolo olimpico?

Evaluation Time: Laser, D Zero, RS Aero, Melges 14

Responsabilità editoriale Saily.it

Conclusi a Valencia i trials per il singolo olimpico 2024. Bocche cucite e riservatezza da tutti i partecipanti, ma filtrano le prime impressioni generali, barca per barca, e una ipotetica "classifica". Nei prossimi giorni altre note tecniche con i costruttori. World Sailing decide al Mid Year di maggio? Intanto il mondo Laser svela due nuovi rig tutti nuovi, ma fuori dai trials. Il nostro report aggiornato, le analisi su barche e cantieri, diffusione, costi, estetica, tecnica e... geopolitica. Una sarà olimpica

 

Niente regata aperta e frontale tra le quattro classi a confronto. Chi non l'ha voluta, chi ha preferito non focalizzare uno degli elementi di valutazione sulla prestazione, questo non è dato saperlo. Forse non si è voluto introdurre un elemento tutto sommato considerato non determinante, visto che comunque, trattandosi di monotipo, l'importante è che la classe abbia la giusta velocità e comportamento, e non necessariamente che sia più o meno veloce di altre.

A Valencia bocche cucite. I tecnici valutatori (tra i quali il coach del Laser italiano Alp Alpagut) e gli stessi timonieri maschi e femmine, tutti hannp firmato un impegno di confidenzialità sui trials. Le giornate sono andate avanti tra uscite in mare (il più delle volte con vento medio-leggero) e sessioni di rigging a terra e persino valutazioni sulla gestione del trolley e sugli scivoli per varo e alaggio, seguite da moduli di valutazione che tecnici e atleti sono stati chiamati a riempire.

L'Evaluation team di World Sailing guidato dal Technical Director di settore della federvela mondiale Jaime Navarro, ha raccolto tutti i moduli, ha seguito e indirizzato i programmi di giornata, e alla fine ha messo tutto in una bella borsa, ha ringraziato e salutato tutti, e oplà, e è volato a Londra con i compiti da correggere.

Il destino di quattro classi, quattro aziende e migliaia di velisti nel mondo è adesso appeso alle valutazioni nelle prossime settimane. L'idea del Board è di portare all'approvazione del Council la propria scelta del singolo olimpico maschile e femminile per Parigi Marsiglia 2024 al Mid Year di maggio a Londra. Tra 50 giorni potremmo sapere. Ma intanto, riservatezza a parte, cosa si dice in giro sui trials e sulle quattro barche a confronto?

LASER - L'olimpico in carica, forte di 220mila esemplari naviganti sul pianeta, è avvolto in un clima tra l'indolente e l'isterico. Ci sono grandi, rivoluzionari cambiamenti all'orizzonte per il rig (addirittura due proposte da due parti del mondo: leggete qui il nostro report esclusivo), e c'è, soprattutto, un momento di non perfetta sintonia tra la classe internazionale e i cantieri costruttori. Letta così, questa strana fase affonda forse le radici nel famoso "caso italiano".

Ricorderete la lunga vicenda di Assolaser con i disconoscimenti FIV, le cause legali, le trattative, World Sailing, ILCA, Macrino Macrì. Tra personaggi scomodi, idee e gestioni di successo indiscutibile e penombre irrisolte, la riuscita demolizione della più grande (numericamente) associazione di classe Laser mondiale, a conti fatti ha dato origine anche al processo attuale che potrebbe concludersi con la perdita dello status olimpico. Senza scomodare i complottismi, non è difficile vedere una guerra di interessi commerciali contrapposti, pur se su un business non così travolgente.

Estetica e tecnica: il Laser è una vecchietta bellissima, della quale innamorarsi ancora. Ma certo a fianco delle giovani rampanti fa l'effetto di un anatroccolo. Dal punto di vista tecnico mantiene una identità: è la più dura (chiedere a cosce e ginocchia) da portare, forse la più lenta e quindi ancora la più tattica. Una macchina da domare, dove la gioia è proporzionale alla sofferenza.

DEVOTI D-ZERO - Il progetto di Dan Holman del 2014, nato col principio di un singolo armabile in 10 minuti ma dai contenuti tecnici degni di una deriva di alta qualità sportiva (il dna del laboratorio del super Finn di Luca Devoti), stessa lunghezza del Laser (4,2) linee sexy e curvilinee, peso molto leggero (43 kg), rig efficiente e molte regolazioni, prezzo record, finora diffusa solo in Gran Bretagna (200 barche in giro) si è ritrovata perfettamente nel ruolo di "challenger of record", o primo sfidante, quando World Sailing ha messo "under review" il Laser.

Estetica e tecnica: è il più "olimpico" dei concorrenti, alla fine dei trials di Valencia, tra l'altro proprio la sede della Dinghy Academy di Luca Devoti, presenza discreta ma forte in questi giorni, il DZero porta a casa questi numeri: secondo osservazioni "unofficial" sarebbe risultata la barca più veloce del lotto (benchè come abbiamo detto possa contare poco), ma anche quella col costo al pubblico più basso e, aspetto che non sarebbe sfuggito ai più tecnici, quella che offre più soluzioni di regolazione della vela.

RS AERO - RS Sailing è una corazzata, un cantiere che sforna migliaia di barche, alcuni best seller assoluti, divenuti dei riferimenti nei rispettivi segmenti di mercato (si pensi al Feva), una struttura forte e un team progettuale open mind e molto market oriented. Insomma, se fanno una barca loro, difficilmente sbagliano. RS Aero, progettato da Jo Richards, è nato come il DZero nel 2014, quindi è "matura", molto studiata e ben lavorata, ha una discreta diffusione (il cantiere parla di 600 barche l'anno vendute). Il suo "limite" può essere nella dimensione più contenuta (solo 4 metri, 20 centimetri in meno delle altre), anche se il vantaggio sta nel peso ultraleggero (32 kg).

Estetica e tecnica: sicuramente gradevole da guardare e comodo da vivere a bordo, in certe situazioni l'Aero fa l'effetto di un "giocattolo" e non fa pensare a una barca dalla caratura olimpica. Ma semplicità, struttura, costi controllati e buone regolazioni base complessiva, ne fanno un rivale credibile nei ragionamenti di World Sailing. Senza considerare che RS Sailing è un cantiere inglese, e la federvela mondiale ha sede in Inghilterra...

MELGES 14 - Un cantiere con un brand decisamente cool, a partire dal nome: Melges è una garanzia di barche che in un modo o nell'altro si fanno piacere e vedere in giro per il mondo. Oggi il Melges 14 è parte di un "impero" (fanno anche barche a motore) che parte dall'O'Pen BIC e arriva al Melges 40 passando per l'IC37 (per il New York Yacht Club), i famosi one design 32, 24, 20 e una serie tutta statunitense dei famosi "scow" con le prue tonde. Barche ben costruite all'americana. E all'americana lanciate sul mercato con potenza di mezzi, a volte senza guardare troppo per il sottile delle caratteristiche tecniche.

Estetica e tecnica: accattivante, con le sue grosse ali, un pozzetto immenso se confrontato al "catino" del Laser, un 14 piedi che da l'idea di essere su un monotipo Melges più grande. Solo che poi a bordo sei solo, con la tua randona, e quelle alette gradevoli possono trasformarsi in subdole appendici. Dai rumors anonimi colti in giro nei paddock velici, il Melges 14, che pure è partito assai bene negli USA con una buona diffusione nei club e una classe forte, presenterebbe un bug nella conduzione in poppa da singolo, proprio per via delle ali che alla fine costringono il timoniere a una posizione chiusa al centro del pozzetto. Un peccatuccio veniale, che potrebbe perdonarsi a una barca bella, tonda, calda, con le tre vele di tre rig ben identificate dai colori.  

Riassumendo, in attesa di ulteriori elementi sia dai cantieri proponenti, che da atleti e tecnici presenti a Valencia e dalla stessa World Sailing, abbiamo questa situazione: il Laser "detentore" e defender, vecchio ma ancora ruggente; il D Zero sexy e tecnicissimo; l'RS Aero forte della sua base; il Melges 14 sogno americano. Un paio di vocine colte fuori onda da Valencia darebbero queste posizioni nella provvisoria classifica dell'Evaluation Team (col Laser messo in testa per noblesse-oblige). Ma ora la parola passa al Board e al Council di WS, e tutti i giochi sono aperti, anche considerando che l'ultimissima parola spetterà alla General Assembly di WS a novembre, quando a decidere saranno le nazioni. Concludiamo con una domanda per voi lettori: qual è la vostra favorita tra le quattro per i Giochi 2024?

Responsabilità editoriale di Saily.it