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Un Council d'urgenza Il (brutto) Natale di WS

Venerdi 21 dicembre, a tre giorni dal Natale, Council straordinario

Responsabilità editoriale Saily.it

Mai visto. La federazione velica internazionale convoca a scadenza di tre giorni una riunione d'urgenza del Council, da tenersi in conferenza telefonica, con unico ordine del giorno: rivotare la "famosa" delibera di Sarasota che per Parigi 2024 ha indicato la nuova classe olimpica Keelboat doppio Offshore, ed esautorato il Finn. Un tentativo muscolare di far valere una presunta maggioranza. Che però è inutile, e in più rischia di trasformarsi in un boomerang, per una federvela mondiale già in crisi profonda. Ecco perchè

 

ULTIM'ORA: IL COUNCIL CONFERMA (22 SI, 11 NO (tra questi l'Italia), 2 ASTENUTI) - Come previsto non cambia nulla. Il Council natalizio telefonico si è svolto in un clima teso ma non da ultima spiaggia. Parecchi interventi, molte critiche, presa d'atto che i sistemi di voto elettronico vanno migliorati, certificati, e va data la possibilità di verifica immediata e di rettifica in caso di errore. Presrnti 36, assenti in 6. Votano si in 22, no in 11 (tra questi l'italiano Cavallucci, come annunciato), e 2 astenuti. Non si è parlato di altro, appuntamento alle prossime settimane per i trials per singolo e windsurfer, e poi a maggio il Mid Year meeting a Londra. La situazione resta sospesa e su tutto pende l'antitrust.

L'ITALIA VOTERA' NO AL COUNCIL - Il council member italiano Walter Cavallucci ha anticipato la dichiarazione di voto e il voto che farà oggi al Council telefonico straordinario. "Abbiamo concordato con il presidente Ettorre e le altre nazioni che rappresentiamo in Council questa posizione, che spiegheremo nel breve intervento concesso. Questo Council è fondamentalmente inutile e in più sono emersi dettagli che lasciano aperti interrogativi sulla qualità del sistema elettronico di voto a Sarasota. Per questo voteremo no oggi, anche se non ci aspettiamo nessun risultato a sorpresa."

Venerdi 21 dicembre, quasi a Natale, la federazione velica internazionale convoca a scadenza di tre giorni una riunione d'urgenza del Council, da tenersi in conferenza telefonica, con unico ordine del giorno: rivotare la "famosa" delibera di Sarasota che per Parigi 2024 ha indicato la nuova classe olimpica Keelboat doppio Offshore, ed esautorato il Finn. Delibera che come noto è contestata da alcuni (4) membri i quali reclamano un voto contrario mal conteggiato, e per di più quotidianamente attaccata da una campagna mediatica e politica volta a un duplice scopo: da un lato salvare il Finn e una certa idea di vela olimpica rispetto agli avventurismi delle classi Mixed (uomo-donna) e agli esperimenti mai provati tipo regata Offshore di 50 ore e Kiteboard foil con formati nuovi anche per la stessa specialità; dall'altro far cadere la testa del CEO di World Sailing Andy Hunt, alfiere sempre più evidente e spregiudicato di una visione della vela incentrata su scorciatoie commerciali che ne mortificano l'essenza storica e i valori sportivi.

Dunque venerdi 21 dicembre alle 13 GMT, quindi le 14 ora italiana, il telefono trillerà per una quarantina di Council member in tutto il mondo, per qualcuno nel cuore della notte (anche se si prevedono molte defezioni e forse si arriverà a 20-25 partecipanti), per una conference call natalizia che non serve a farsi gli auguri, ma a contarsi. Lo scopo evidente della chiamata (voluta più dal CEO che dal presidente Kim Andersen) è quello di riaffermare una (presunta) ampia maggioranza nel Council che ribadisca le delibere prese a Sarasota in novembre. La famosa late-submission 37 irritualmente presentata da Andersen, richiedente una maggioranza del 75% raggiunta solo per i 4 voti poi contestati dopo l'analisi delle minute arrivata tre settimane dopo. Perchè tanta urgenza di ricontarsi?

Il motivo è nella cronaca di questi giorni. Il fortino di World Sailing assediato, prima da due, tre e alla fine quattro council member che denunciano un voto distorto (erano contrari e gli è stato assegnato un voto favorevole), con lettere, mail, richiesta di rivotare. Lo scandalo è ripreso e amplificato da parecchi media internazionali della vela, sconcertati dalla situazione. L'ex guru dell'America's Cup Tom Ehman, ex braccio destro di Larry Ellison, con la sua webzine Sailing Illustrator, che ha come guest-star il past-president di World Sailing Paul Henderson (CAN, 84 anni), ci da dentro quasi ogni giorno, è arrivato persino a scoprire che l'inefficiente sistema elettronico di voto usato in Florida da WS è in realtà poco più che una app giocattolo, contestata già dagli utenti per la sua inefficienza. "Quando è troppo è troppo", tuona Ehman, mentre il "Pope" Henderson lancia nuovi proclami e anatemi contro Hunt e l'attuale governance di WS. Poi Richard Gladwell, direttore del primo media velico online neozelandese Sail-world, rincara la dose. E gli stessi Scuttlebutt e Sailinanarchy non si tirano indietro: il pasticcio di World Sailing è troppo maldestro per passare inosservato, col presidente della federvela francese Henard che si permette di ironizzare sull'attitività (vincente) di lobby esercitata per ottenere la medaglia Offshore a Marsiglia 2024...

L'ultima bordata è arrivata dalla federvela ungherese, non tanto per il peso specifico della nazione quanto per il calibro dei "proiettili", sotto forma di domande contenute nella missiva, pari a una denuncia legale. Si chiede conto apertamente dei contatti tra i vertici di WS con la federvela francese, durante la dichiarata attività di lobbying (comprensiva di sforzi finanziari) e insieme a quest'ultima con produttori di barche offshore a chiglia, ben prima di Sarasota. Si denuncia l'incoerenza dimostrata tra il Mid Year di maggio e l'Annual Conference di novembre 2018 nel gestire le decisioni prese dal primo sul Mixed One Person Dinghy event (la medaglia basata su due singoli uno maschile e uno femminile, decisa per l'appunto a maggio), e si contesta dettagliatamente l'ormai abituale mancanza di reale dibattito all'interno del Council (che anche nella prossima call prevede un solo intervento di 3 minuti per ciascun membro) su temi di tale importanza...

Davanti a tanti spari, quindi, la Croce Rossa-World Sailing convoca il Council telefonico di Natale, che passerà alla storia per la sua inutilità giuridica, qualunque sia l'esito del voto all'ordine del giorno. Infatti, sia che dovesse essere confermata la maggioranza del Council in favore della decisione di Sarasota, sia che dovesse arrivare un ribaltone neanche più tanto clamoroso (oltre alle defezioni per mille ragioni logistiche, che colpiranno più la maggioranza che la minoranza, si annunciano molte astensioni che in pratica peseranno come voti contrari), in entrambi in casi non ci sarebbero effetti concreti, al di là di qualche soddisfazione politica a breve termine. Resta sempre e comunque il passaggio obbligatorio del Mid Year di maggio 2019 a Londra per ratificare tutte le decisioni del Council.

Certo un voto contrario, un ribaltone venerdi 21, con le campagne media orchestrate contro Hunt, metterebbero alle corde il presidente, il Board (che fa sfoggio di compattezza più ostentata che reale), il CEO. Tuttavia essi hanno dimostrato finora di essere grandi incassatori, di resistere agli attacchi e anzi di saper rilanciare. Insomma le posizioni sembrano sempre più cristallizzate, la mediazione e la trattativa che sono sempre state risorse della politica anche nello sport sembrano impossibili, mancano (come a Sarasota) gruppi omogenei, leader con idee o visioni capaci di aggregare. E' ancora e sempre un tutti contro tutti, che alla fine giova a chi è al "potere".

Così, come già concluso in passato, l'unica vera bomba capace di far saltare il banco è (sarà) l'avvio dell'azione indagatoria della Commissione Antitrust. Che alcune voci davano per imminente (prima di Natale) e che slitterà ancora, ma non di molto. Quando scoppierà, la bomba anti-monopoli farà rumore e danni collaterali, ne risentiremo tutti, speriamo non si tratti di danni in grado di minare la sopravvivenza dell'ente, e della vela come sport olimpico. Basti pensare che nello Sci, l'uso dell'airbag che puo' salvare la vita agli atleti è bloccato perchè al momento lo produce in monopolio una sola azienda... Ecco perchè non si doveva arrivare a questo punto. E soprattutto urge, è la priorità assoluta, una visione chiara del futuro dello sport della vela e di come arrivarci.

Responsabilità editoriale di Saily.it