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World Sailing, scontro finale

Federvela Mondiale verso l'assise annuale

Responsabilità editoriale Saily.it

Tra un mese in Florida la riunione annuale della Federvela mondiale. Vigilia arroventata, tutto puo' accadere, comprese sostanziose modifiche alle decisioni di maggio a Londra sulla vela olimpica 2024. World Sailing ha problemi di bilancio? E la questione monopolio? Ricominciano gli appelli firmati

 

Al World Sailing Midyear Meeting di Londra nel maggio scorso, a margine delle decisioni del Council sulla vela olimpica 2024 (alcune sorprendenti e comunque tutte da ratificare a fine anno: QUI IL NOSTRO REPORT) erano emersi altri problemi non secondari per l'ente presieduto dal danese Kim Andersen e guidato dal CEO Andy Hunt. Si è parlato di concreto rischio di bancarotta per i conti federali entro il 2019 o anche prima, e intanto ci sono state di recente alcune dimissioni eccellenti da parte di dirigenti importanti. Lo stesso Hunt è considerato in bilico.

Adesso arriva l'Annual General Meeting, in programma a Sarasota (Florida, USA) dal 27 ottobre al 4 novembre, e i nodi sembrano davvero venire tutti al pettine: governance e leadership, situazione finanziaria, visione dello sport della vela, classi olimpiche Parigi 2024. A Sarasota farà molto caldo...

Cominciamo dalla situazione finanziaria: alcuni membri del Council hanno chiesto al presidente Kim Andersem di riferire pienamente sull'argomento, prima di Sarasota. Andy Hunt avrebbe inviato proprio in questi giorni al Council un documento in tal senso. Il documento è adesso allo studio dei membri del Council e cercheremo di avere notizie in tal senso.

In avvicinamento all'Annual General Meeting (AGM) di fine ottobre, poi, è tornata ad affaciarsi la pratica delle "lettere aperte" con firme di eccellenti ex dirigenti ISAF (il vecchio nome di World Saling) e atleti, che lanciano appelli all'attuale gestione dell'ente. In particolare una è intitolata: "Riportare World Sailing ai Velisti" (che tradotta suona come "ridare la vela ai velisti"), che porta la prima firma dello statunitense Joe Bainton e il supporto di molti firmatari, tra i quali l'ex presidente Paul Henderson (CAN), soprannominato The Pope, o l'influente ex guru dell'America's Cup Tom Ehman oggi direttore di una pungente webzine chiamata Sailing Illustrated, e il decano dei giornalisti velici Bob Fisher (GBR). La lettera è aperta ad altre firme da tutto il mondo, e segue l'esempio degli appelli apparsi prima di Londra volti a non sconvolgere il panorama delle classi olimpiche. Come sappiamo, a Londra è andata diversamente e quegli appelli sono rimasti (quasi) inascoltati, o forse sono serviti a partorire le famose decisioni "miste" e confuse ancora largamente incomplete, che a Sarasota dovranno per forza trovare una definizione.

Tra i rimproveri che si fanno all'attuale gestione di World Sailing c'è anche il famoso trasloco degli uffici da Southampton a Londra, con il costo degli affitti passato da 107 mila a 481 mila Sterline. A rendere più instabili le finanze dell'ente che governa la vela mondiale c'è anche l'incertezza sul futuro olimpico, visto che il CIO resta la primaria fonte di finanziamento di WS. Da parte di Kim Andersen si conferma la visione di voler rendere la vela più spettacolare e TV-friendly per attrarre nuovi sponsor, ma questa visione per il momento non sembra aver dato alcun risultato (le dimissioni del direttore marketing sono figlie proprio del mancato risultato sul fronte sponsor).

Se a queste carte sul tavolo aggiungiamo la mina vagante del Monopolio e i possibili sviluppi di azioni legali da parte di autorità internazionali sulla concorrenza, i rischi per la stabilità di WS aumentano. E c'è chi soffia sul fuoco della paura evocando possibili bancarotte in uno o due anni, concludendo con una opzione tutta politica: "WS è stata creata nel 1906 con l'obiettivo di operare nell'interesse dei velisti, e tale obbiettivo deve tornare ad avere."

Si capisce (e si capirà ancor più man mano che ci avvicineremo all'AGM) che in gioco ci sono varie cose: 1) le decisioni sulle classi olimpiche 2024 e seguenti, che mettono di fronte le solite lobby di classi e cantieri, continenti e nazioni; 2) gli equilibri che porteranno alla elezione del nuovo presidente e del nuovo Council di World Sailing nel 2020; 3) le scelte strategiche e le gestioni finanziarie dei prossimi mesi, compreso l'avvicinamento a Tokyo 2020.

L'Italia ha una posizione in merito? Dopo le buone notizie da Londra e l'assegnazione della finale di World Cup a Genova per il 2019 e 2020 (con tutti i distinguo del caso, riguardo a un evento fin qui incapace di avere una vera identità e un reale appeal per gli stessi atleti e le autorità nazionali), il lavoro è continuato per il presidente federale Francesco Ettorre, per il membro del Council Walter Cavallucci e per altri delegati WS in Commitee di rilievo, come Riccardo Simoneschi e Edoardo Bianchi. La posizione italiana, spiegata da Ettorre al salone nautico, è di equilibrio: sul fronte classi olimpiche l'Italia predica prudenza nell'introdurre troppe novità ed esperimenti, ha difeso (sembra con successo, per ora) il windsurf e la sua filiera storica che c'è nel nostro paese, e dato una mano al Finn, senza peraltro essere contro il Kite, che delle novità è la più evidente e simbolica.

Questo gioco di equilibrio potrebbe non reggere a lungo: in Florida gli schieramenti si sclerotizzeranno, e si arriverà a dover scegliere da che parte stare. Forse pro o contro l'attuale estabilishment WS (per esempio potrebbe esserci una richiesta di dimissioni del CEO Hunt). Vedremo come evolverà la nostra posizione e le relazioni con altri paesi. Vedremo quanta importanza assumerà la reale situazione finanziaria dell'Ente.

Di sicuro Saily seguirà prima durante e dopo l'AGM di World Sailing a Sarasota 2018 (dove, per inciso, ci sarà anche la nomina dei Velisti Mondiali dell'Anno Rolex WS: riconoscimento al quale abbiamo spinto con una campagna i nostri azzurri Ruggero Tita e Caterina Banti. Nelle prossime settimane si dovrebbero conoscere le nomination e speriamo che i nostri siano dentro).

Responsabilità editoriale di Saily.it