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Vele azzurre, prime medaglie in Giappone

Due podi dal campo di regata olimpico di Tokyo 2020: sul catamarano Nacra 17 secondo posto per Ruggero Tita e Caterina Banti e terzo per Vittorio Bissaro e Maelle Frascari

Responsabilità editoriale Saily.it

Due "medaglie" per la vela azzurra nella prima giornata di finale alla tappa di Coppa del mondo di Enoshima, sul campo di gara olimpico di Tokyo 2020: il catamarano Nacra 17 porta il secondo posto di Ruggero Tita e Caterina Banti e il terzo di Vittorio Bissaro e Maelle Frascari. Sfuma il podio per Mattia Camboni nel windsurf (quarto a pari punti col terzo!), buon ottavo (5° per nazione) di Flavia Tartaglini - RACCONTO E COMMENTO

 

di Fabio Colivicchi

Due podi confermati e uno perso, questo il bilancio degli azzurri della vela nella prima giornata delle finalissima Medal Race tra i top-10 di metà classi a Enoshima, il campo di gara dei Giochi di Tokyo 2020 (che però saranno dal 24 luglio al 9 agosto, un mese e mezzo di differenza che può significare assai, per la meteo, della quale parleremo diffusamente).

Un secondo e terzo posto - o come va troppo di moda dire: un argento e un bronzo, due "medaglie" -  sono arrivati dalla nostra riserva di caccia, il catamarano misto foiling Nacra 17. Per la prima volta in una lunga e strepitosa stagione, Ruggero Tita e Caterina Banti non hanno vinto: sono stati battuti per un solo punticino dagli australiani Jason Waterhouse e Lisa Darmanin (non due qualunque, hanno ancora al collo un argento olimpico vero, quello di Rio 2016).

Erano primi al via della Medal, corsa con aria leggera anche se con raffichette che di poppa facevano volicchiare i cat, e decisa per una volta dalla tattica più che dal passo. Waterhouse e Darmanin l'hanno vinta, Tita e Banti l'hanno chiusa al quarto posto e alla fine sono secondi in questa prima Coppa del Mondo 2019, che vale molto come test preolimpico nella Sagamy Bay che impareremo a conoscere in ogni segreto nei prossimi due anni.

Nel finale hanno giocato un ruolo decisivo anche Vittorio Bissaro e Maelle Frascari, ottimi secondi nella Medal per confermare il "bronzo" in classifica che avevano alla vigilia. Il fatto che non ci sia stato alcun retro-pensiero a giochi di squadra conferma che abbiamo un team fortissimo, è positivo per tutti e lascia immaginare non tanto vagamente un finale aperto in chiave selezione olimpica. Basta che il giochino non stressi più di tanto e non logori i vantaggi tecnici azzurri indiscutibili su questa classe, sacrificandoli alla rincorsa del posto olimpico. Sia Ruggero che Vittorio sono ex olimpici di Rio, l'esperienza l'hanno ben fatta. Ganga ha un pensierino in più, oltre che uno squadrone.

Decisivo ai fini del sorpasso ai danni degli italiani anche il terzo posto in Medal dei fratellini Outteridge, dieci metri davanti a Ruggi e Cate sul traguardo. Due australiani e due italiani, immaginiamo che anche per i canguri varranno le preoccupazioni sulle future selezioni, ma intanto Nathan e Kylee hanno pensato a se stessi, non a far vincere i compagni-rivali ai danni dei numero uno al mondo.

Sui Nacra visti in questa tappa di World Cup in chiave preolimpica, va detto che la flotta schierava tutti, ma proprio tutti, i super campioni. Compresi dei ritorni di fiamma, graditi sportivamente, come quello dell'ex dominatore del quadriennio scorso, il francese Billy Besson (praticamente imbattibile come il Tita di quest'anno, a Rio fu fermato da un infortunio alla schiena: terribile vederlo armare il cat dalla sedia a rotelle), con la prodiera storica Marie Riou (reduce dalla vittoria nella Volvo Ocean Race con Dongfeng), per non parlare dello statunitense Bora Gulari, protagonista del primo grave incidente dell'era foiling (perse due dita). Iscritti ma rimasti fuori tara (tutti DNC) Santiago Lange e Ben Saxton, argentino e inglese altri grandi protagonisti di stagione. Insomma iniziano i due anni di "discesa" verso Tokyo con i top player ben schierati, e tra questi gli azzurri in pole.

Il podio perso è quello di Mattia Camboni nella tavola RSX maschile. Era secondo al via della finalissima, l'ha chiusa settimo e ha finito quarto con la beffa dei pari punti col terzo. Se fosse agosto 2020 sarebbero contumelie infinite, invece è settembre 2018 e Mattia, ancora fresco campione europeo, ha dominato la scena di questa Coppa del Mondo, finendo solo intruppato in una Medal con pochissimo vento e tanti salti, e come detto a pari punti col terzo. Insomma dall'atleta arrivano più conferme che smentite. Bicchiere pieno a tre quarti.

Nella tavola femminile chiude con un buonissimo ottavo finale (che è un 5° per nazione perchè ci sono due cinesi e due inglesi) la nostra Flavia Tartaglini, anche lei settima nella Medal, nonostante una buona partenza e uno stazionare a lungo nelle prime 3-4 posizioni. Flavia è una top player e a Sagamy Bay l'ha confermato con semplicità, senza strafare, e non certo in un momento di forma particolare. Due anni sono lunghi e ci si deve gestire, ma di sicuro il sorriso di Flavia sarà sempre lì davanti.

E ADESSO, BENNY E ALE! - All'alba di domenica le altre Medal Race, tra le quali spicca quella del 470 femminile dove abbiamo Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini in Medal Race dal terzo posto (con Elena Berta e Bianca Caruso che hanno perso il treno-Medal per soli 2 punti con un 15° nell'ultima prova superate dalle slovene, altrimenti avremmo avuto due barche azzurre in finale). Benny e Ale stanno chiudendo una stagione super, che potremmo definire un rito di passaggio, definitivamente ascese al club della elite della classe, non più ragazzine prodigio, prodigio e basta. Qualifica della nazione a Aarhus con Medal Race mondiale, titolo iridato Juniores, e ora questo podio battagliato nel campo giapponese (che loro conoscono meglio di altri).

Ci vediamo stanotte anche con loro. Ma questa vela olimpica azzurra, obiettivamente, fa vivere bei sogni.

Responsabilità editoriale di Saily.it