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Ecco Te Kahu: un falco per i kiwi

36 America's Cup

Responsabilità editoriale Saily.it

VIDEO E FOTO - I neozelandesi varano il loro muletto: si chiama Te Kahu (il falco predatore), lungo 12 metri e molto simile al delfino AC75. Servirà al team per non interrompere il lavoro in mare e lo sviluppo su foil e rig, mentre Luna Rossa e Britannia escono a Cagliari quasi tutti i giorni...

 

Mentre a Cagliari Luna Rossa e Britannia, i due AC75 della sfida italiana e di quella inglese di Ineos UK, sono in mare quasi tutti i giorni (Scirocco e Maestrale permettendo: da due giorni soffia a 30 nodi e le attività sono bloccate), gli altri due team di Coppa America, il defender Emirates Team New Zealand e i newyorkesi di American Magic, affrontano un momento delicato di stop. Con due mesi e mezzo dalle primissime regate America's Cup World Series a Cagliari, infatti, neozelandesi e americani devono impachettare le barche e metterle sulle navi che le trasporteranno via oceano fino al porto italiano.

Si prospetta per Luna Rossa e Ineos un potenziale vantaggio strategico non indifferente: almeno un mese, quattro settimane piene, di allenamenti sugli AC75, mentre due rivali restano "fermi". Ma è proprio così? Una prima risposta è arrivata ieri da Auckland, dove i kiwi hanno varato in pompa magna una nuova barca da allenamento (con una comunicazione fin troppo "urlata" considerando il tema, il che fa pensare proprio a una mossa dal valore psicologico, importante a sua volta nel momento di Coppa). Un altro muletto, un monoscafo in scala che somiglia da vicinissimo all'AC75 Te Aihe (il delfino), e che lo avvicina anche nella lingua maori scelta per il nome: Te Kahu (il falco).

Il Protocollo consente ai team di costruire solo due barche AC75, la prima generazione di scafi naviga da qualche mese e si confronterà a Cagliari in aprile, a Portsmouth in giugno e quindi a Auckland a dicembre nelle tre World Series. Poi cominceremo a vedere i vari delle seconde barche, che nelle intenzioni di tutti dovranno ulteriormente migliorare, correggere i difetti della prima serie, e dare alle squadre gli scafi con i quali giocarsi prima la Prada Cup tra sfidanti e quindi la XXXVI America's Cup tra il migliore di essi e il detentore neozelandese.

Te Kahu per i Maori è un falco predatore di palude, un grande uccello marrone con lunghe ali che si nutre di carogne. Se lo scopo era spaventare gli avversari, il falco kiwi ci riesce abbastanza: nero come la pece, affilato, piccolo ma non troppo, con gli stessi bracci foil del suo "fratello" delfino, sarà la barca sulla quale l'equipaggio si allenerà per non perdere la mano e continuare test anche sui diversi tipi di foil e configurazioni di rig e vele, mentre l'AC75 che c'eravamo abituati a veder navigare nel golfo di Hauraki sarà incellofanato sulla coperta di una nave da carico diretta in Mediterraneo, Sardegna, Cagliari.

Festa alla base kiwi e scafo battezzato dall'autorità religiosa Ngāti Whātua Ōrākei. Te Kāhu si adatta alle regole degli yacht "di prova" in base al Protocollo della 36 Coppa America (non devono superare i 12 metri di lunghezza fuori tutto) e sarà utilizzato dal team per continuare lo sviluppo del design per gran parte del 2020 mentre il loro AC75 "Te Aihe" viene spedito e disputato in mare aperto per gli eventi dell'America's Cup World Series a Cagliari, Sardegna (23-26 aprile) e Portsmouth (4-7 giugno).

Il Generale Dalton è soddisfatto del contropiede dei suoi: “Siamo davvero entusiasti del lancio di Te Kāhu oggi. C'è stato molto lavoro da fare nella progettazione e nella costruzione di questa barca internamente, il che è davvero sorprendente in quanto è avvenuto tutto tra la progettazione e la costruzione della nostra prima AC75 e il lavoro in corso sulla nostra seconda barca da regata".

Rispetto ai "muletti" degli altri team, ETNZ arriva decisamente in ritardo, ma di sicuro al momento giusto. Dalton spiega: "Potrebbe sembrare che il lancio della nostra barca di prova sia un po 'in ritardo, ma all'inizio di qualsiasi campagna devono essere prese decisioni che verranno giudicate solo alla fine. Come team, abbiamo deciso che una barca di prova fosse davvero una necessità fondamentale, ma ritenevamo che dovesse avere lo stesso input di progettazione del nostro primo AC75 per dargli significative possibilità di sviluppo in corso".

"Sappiamo per esperienza che lo sviluppo e i guadagni che hanno luogo nell'anno precedente la Coppa America sono di vitale importanza", ha spiegato il responsabile del design di ETNZ, Dan Bernasconi. "Non potevamo permetterci di navigare in acqua solo per la manciata di settimane che saliremo su Te Aihe intorno agli eventi ACWS tra oggi e il suo ritorno in Nuova Zelanda."

Dalton ha concluso direttamente: “Con Te Kāhu abbiamo una barca di prova molto vicina a quella reale che ci fornirà la piattaforma per sperare di ottenere alcuni significativi sviluppi per il 2021. Chi ha ragione nei piani e nelle strategie complessive? Non ne abbiamo idea. Immagino che lo scopriremo tutti l'anno prossimo. Intanto, secondo la tradizione Maori, il falco scivola e vola alle alte velocità del vento. Ha una grande visione e lungimiranza e si insinua furtivamente nella sua preda..."

IL VIDEO

Responsabilità editoriale di Saily.it