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E Ben Ainslie vara il fagiolone di Coppa!

36 America's Cup

Responsabilità editoriale Saily.it

VIDEO E FOTO - Incredibile la prima barca inglese, battezzata Britannia: bruttissima, con prua che scende bassa sull'acqua e uno scafo ad alto bordo libero fino a poppa, squadrato come un Optimist! Torna d'attualità una frase storica dell'America's Cup: "Se questa è la strada giusta, gli altri hanno sbagliato tutto", fu usata due volte (1851 e 1958) e in entrambe andò male agli inglesi. Ma stavolta c'è di mezzo un certo Grant Simmer...

 

Lo sfidante inglese INEOS UK Team rappresenta il Royal Yacht Squadron, il club che ha iniziato l'intera storia dell'America's Cup, istituendo la famosa regata challenge cup delle Cento Ghinee intorno all'Isola di Wight, che fu vinta dalla goletta USA "America" contro tutte le barche reali. Era il 22 agosto del 1851, un giorno che ha cambiato la storia della vela. Il capo della sfida è il velista più vincente della storia olimpica, Ben Ainslie. Lo sponsor una multinazionale potentissima che ha reso questa la sfida più ricca nella storia del trofeo. Ce n'è abbastanza per spaventarsi.

LE PRIMISSIME IMPRESSIONI SU BRITANNIA RB1 - Da un circolo considerato tedioso per la sua vocazione tradizionalista, a quanto pare è uscita la barca più rivoluzionaria e inattesa tra i quattro AC75 visti finora. Nome in codice RB1, battezzata gloriosamente Britannia (come la progenie di yacht reali di cui al video qua sotto che ne racconta la storia), la prima barca del team di Sir Ben è spiazzante.

Brutta da far paura, con una prua ribassatissima che ha un bordo libero minimo, e che si apre lateralmente in modo vertiginoso fino a rapportarsi con uno scafo che ha dell'incredibile: piatto come una saponetta, squadrato come un Optimist, bordo libero alto fino all'estrema poppa (in controtendenza radicale rispetto alle altre barche viste finora, tutte rastremate a poppa). A cosa serve quella discesa a prua? Evidente l'intenzione di volare sempre e soltanto.

Ci sarà tanto da capire e da vedere su questa barca. L'unica vicinanza con le altre AC75 è il doppio pozzetto, ormai quasi "one design", adottato dal 100% dei team. Considerando che questi scafi vengono tutti da studi computerizzati, valutazioni fatte da menti umane assistite da processori e algoritmi, fa sensazione vedere quanta differenza emerge tra barca e barca. Anche le automobili sono fatte tutte al computer e infatti si somigliano inesorabilmente fra loro. Te Aihe, The Defiant, Luna Rossa e Britannia, invece, sono quattro sorelle senza diversissime, come arrivate da pianeti lontani.

Anche i foil, almeno quelli mostrati al varo di Portsmouth, sono diversi da quelli visti finora: con pinnette molto più larghe. E' assai probabile che il "pacchetto" progettuale abbia previsto in "bundle" lo scafo e i suoi foil. Gli inglesi sono stati i primi a volare con muletti di vario tipo, compreso un monotipo di sette metri, eppure la barca è molto differente da qualsiasi "cosa" navigante precedentemente osservata. Corridoi strettissimi e lunghi per il pozzetto.

Altra differenza dalle altre è l'attacco dei foil-arms laterali. Nè concavo (New Zealand) nè convesso (American Magic), nè misto (Luna Rossa), semplicemente piatto, molto pulito e bello da vedere.

SE UNO HA RAGIONE, GLI ALTRI HANNO SBAGLIATO TUTTO - Secondo molti storici la frase "Se lei è giusta, noi abbiamo sbagliato tutto", nell'America's Cup è stata usata due volte: la prima proprio nel 1851, quando i soci del Royal Yacht Squadron videro la goletta America (che difatti li sbaragliò e si prese la Coppa), la seconda nel 1958, quando la pronunciò Olin Stephens, designer del defender New York Yacht Club, vedendo lo scafo dello sfidante - guarda caso ancora il Royal Yacht Squadron. La barca si chiamava Sceptre (vista ancora navigare nel Solent ai giorni nostri). In acqua, il Columbia USA disegnato da Stephens si dimostrò superiore in modo imbarazzante battendo Sceptre 4-0 con distacchi epici. Due volte su due la frase non è andata bene al RYS. E stavolta?

Per chiudere questo primo discorso sugli inglesi e l'ultimo AC75 varato, diamo un occhio a una presenza inquietante nella sfida: il CEO Grant Simmer. Occhio a questo australiano, 62 anni. Era con Alan Bond quando Australia II strappò la Coppa agli USA nel 1983, interrompendo il leggendario dominio di 132 anni. Poi era con Ernersto Bertarelli su Alinghi nel 2003 quando la Coppa arrivò per la prima volta in Europa, e ancora era con Larry Ellison (e Ben Ainslie) nel 2013 per la clamorosa rimonta da 1-8 a 9-8. Insomma un tipo leggermente vincente (per carità qualche volta ha perso anche lui). E se fosse con il team giusto anche questa volta? Se riuscisse nella chiusura del cerchio: riportare in Gran Bretagna l'America's Cup?

Il varo di questo radicalissimo, estremo, bruttissimo e quindi misterioso "fagiolone" AC75 fa pensare e lascia aperta la stessa storica domanda: "Chi ha ragione, e tutti gli altri stanno sbagliando?" Il varo, all'inglese, non ha previsto la rottura della bottiglia ma solo lo stappo e lo schizzo sulla prua, che mostra anche un bompresso in due pezzi.

LA VIDEO SINTESI DAL VARO DI BRITANNIA

SEGUIRANNO ALTRI CONTRIBUTI FOTO E VIDEO SUL VARO INGLESE

 

BRITANNIA: LA STORIA

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