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All'improvviso scoppia la Coppa America-mania

36AC: ora le sfide diventano tante!

Responsabilità editoriale Saily.it

Dopo l'annuncio di Malta Altus Challenge (senza preavvisi strombazzati, solo fatti) non finisce qui: si va verso una 36AC più ricca del previsto. Il prossimo annuncio (tra fine anno e inizio 2019) potrebbe riguardare la quinta sfida, seconda statunitense, US21 dal Long Beach Yacht Club, che fa capo al velista Taylor Clanfield. E alla fine si potrebbe arrivare fino a sette o otto sfide totali più il defender. Malta avrà molti velisti ex Artemis, a cominciare da Iain Percy

 

Il clima natalizio downunder, e specificamente ad Auckland, è tutt'altro che quello italiano. C'è l'estate che arriva, i primi caldi, le vela in prima pagina. E nel paese detentore del trofeo più antico del mondo, si parla tanto di America's Cup. Da poco è stata annunciata la sfida del Malta Altus Challenge, e già volano alte le voci di imminenti annunci.

Si pensa che il quinto sfidante della 36 America's Cup di Auckland sia US21, per il Long Beach Yacht Club: dunque una seconda sfida americana per un evento che sembra diventare ogni giorno ben più robusto di quanto sembrasse, con sei sfide praticamente certe, e una possibilità di arrivare a sette.

Sta cambiando anche la percezione di queste sfide last-minute, tardive. Dagli indizi, non sembrano essere sfide-cuscinetto, come i giapponesi nel 2017 per intenderci, create per fare numero. La tassa di ingresso salita a 4 milioni di dollari, e la necessità di mettere rapidamente in acqua una barca totalmente nuova come un AC75, sconsiglierebbero chiunque volesse avvicinarsi alla Coppa per perdere tempo. Chi arriva, insomma, sa di poter fare sul serio in un gioco complicato, dove al contrario è facile andare incontro a figuracce planetarie.

I "Cavalieri" di Malta ne sono un esempio: hanno parecchi soldi, e li stanno indirizzando bene, a cominciare dal sailing team che a quanto pare sarà guidato dalle medaglie di Iain Percy, ex Artemis che proprio dalla sfida svedese si porterà parecchi velisti di grido. Insomma il minuscolo paradiso fiscale del Mediterraneo non è in Coppa solo per il "record" di paese più piccolo mai in corsa per la Coppa (titolo strappato proprio al defender Nuova Zelanda): ragione in più per piangere sul latte (italiano) versato, dal momento che il patron Pasquale Cataldi inizialmente aveva lavorato a una sfida presentata da uno yacht club del nostro paese. Strada che si è fatta in salita, tanto da convincerlo a cambiare cavallo e scegliere il Royal Malta Yacht Club!

Per quanto riguarda il prossimo annuncio, la quinta sfida, US21 rappresenterà il Long Beach Yacht Club (Los Angeles, California), a quanto pare è questo l'altro sindacato accettato da ETNZ. Guidati dallo specialista di match race statunitense Taylor Canfield, anche loro non dovrebbero soffrire per mancanza di fondi. Se fossero confermati, sarebbero la quinta sfida che va ad aggiungersi a Luna Rossa (challenge of record, COR) per il Circolo della Vela Sicilia, INEOS Team UK (Sir Ben Ainslie), American Magic per il New York Yacht Club e Malta Altus.

Non finisce qui anche perchè ci sono - stando all'annuncio kiwi del 2 dicembre su 8 sfide arrivate in tempo - altre sei "domande" di partecipazione, rimaste condizionate davanti a ETNZ, le quali devono completare alcuni requisiti per essere ammesse, e quelle condizioni devono inoltre essere ratificate da Luna Rossa come COR. Quindi ci vorrà ancora un po' di tempo, forse il nuovo anno, prima di conoscere l'identità degli sfidanti confermati per la XXXVI America's Cup.

Resta il fatto che le chiacchiere e le speculazioni dei bar in banchina stanno aumentando: come quelle già sentite di sfide dalla Norvegia e dell'Olanda, o quella nuova di una entrata congiunta Cina-Giappone (o anche solo cinese), che sarebbe finanziata dai due governi e fa paura già solo immaginare... Nella lista dei condizionati c'è anche una potenziale sfida italiana? Le voci neozelandesi assicurano di si, e aggiungono che ha origine vicino a Genova e comunque nel nord Italia...

La grande conclusione di tutto ciò è che la Coppa di Auckland 2021 sembra cresciuta in termini di fiducia nell'evento, nonostante gli alti costi di ingresso e le difficoltà tecnologiche del progetto AC75. Cinque sfidanti eguaglierebbero il numero di Bermuda 2017. E se si arrivasse davvero al numero di sei sfide, sarà il numero più alto dal tempo degli 11 sfidanti a Valencia nel 2007, quando Alinghi deteneva ancora il trofeo.

Ad Auckland le prospettive stanno facendo crescere anche l'impegno del governo per costruire uno spazio extra per le basi dei team sul molo di Hobson (attualmente ce ne sono cinque su Wynyard Point, defender compreso). Se serviranno davvero sette basi, una dovrà trovare spazio da qualche altra parte ad Auckland.

Responsabilità editoriale di Saily.it