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Opposizione all'attacco su Casinò

Opposizione all'attacco su Casinò

Guichardaz (Pd), affaire trattato come strumento politico

AOSTA, 22 febbraio 2017, 19:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"La responsabilità è esclusivamente del presidente Rollandin, che ora deve andarsene. E' da tre anni che diciamo come sarebbe andata a finire. E' colpa dei politici ma anche di una parte dei sindacati. E' finita la politica di dare soldi, soldi che vanno spesi con giudizio e per il bene di tutti". E' Roberto Cognetta (Movimento 5 Stelle) il primo a prendere la parola nel dibattito sulla situazione della Saint-Vincent Resort & Casinò dopo l'avvio delle procedure per 264 licenziamenti.
    "Non siamo d'accordo sul mettere mano al portafogli pubblico - ha aggiunto Albert Chatrian (Alpe) - per riparare agli errori altrui. Nonostante il grande investimento fatto, i risultati sono pessimi. Chiediamo di sospendere la procedura dei licenziamenti collettivi e a Rollandin di dimettersi". Per la maggioranza è intervenuto Jean-Pierre Guichardaz (Pd-SinistraVda): "L'affaire Casinò è stato trattato non come un problema da risolvere ma come strumento politico da usare per altri fini. Ci sono delle pulsioni che vanno oltre la ricerca delle soluzioni. Negli ultimi tempi abbiamo perso tempo prezioso". Toni forti anche da Leonardo La Torre: "E' un triste momento per la Valle d'Aosta, non c'è più la maggioranza. Non è possibile continuare a sfuggire alle responsabilità, qui si sta distruggendo tutto, questa è la strada per farsi commissariare".
    Infine Nello Fabbri (Uvp) ha detto che "chi ha gestito il Casinò finora, a colpi di finanziamento pubblico, deve riconoscere che è una politica al capolinea e deve trarne le conseguenze".

Sindacati, non applicabile stop procedura licenziamenti - "Non si può bloccare la procedura di licenziamenti collettivi senza un'iniezione di liquidità, non è un provvedimento applicabile". Lo dicono i sindacati in merito alla risoluzione di Alpe, M5S e gruppo Misto che chiede di sospendere la procedura dei licenziamenti collettivi al Casinò di Saint-Vincent (oltre alle dimissioni del presidente della Regione, Augusto Rollandin). Secondo le organizzazioni sindacali, infatti, fermare adesso tali procedure potrebbe avere conseguenze ancora più pesanti per i conti della casa da gioco, a partire dai rapporti con le banche. "Senza l'immissione di risorse - proseguono i sindacati - si deve avviare una trattativa con l'azienda per trovare le soluzioni migliori e meno impattanti per i dipendenti".

Secondo Pierluigi Marquis, capogruppo della Stella Alpina "il malato ha compiuto una vita dissoluta, è stato portato nei reparti e ora è in rianimazione e viene data la responsabilità a chi l'ha avuto in cura: ora non possiamo arrivare all'ultimo giorno a dire o attacchiamo una
flebo o il paziente muore". Per Claudio Restano (Pour Notre
Vallée) "la situazione è grave e drammatica e in parte era
preannunciata". "La procedura di licenziamenti avviata
dall'azienda - ha aggiunto - è una decisione presa in assoluta
libertà da chi amministra la società senza rispondere al dettato
normativo, è un atto con un vizio di legittimità e deve essere
ritirato". Chantal Certan (Alpe) ha rivendicato: "il gruppo Alpe
è da otto anni che aveva previsto questo scatafascio".

Un attacco politico diretto nei confronti del presidente
della Regione, Augusto Rollandin, è arrivato da Elso Gerandin
(Misto) "il vero problema della Valle è lei - ha detto
-non ha più una maggioranza politica, salvo qualcuno
dell'esecutivo e qualche stampella, se vuole bene alla Valle
d'Aosta deve fare un passo indietro". "Questa situazione - ha
evidenziato - è frutto di 10 anni di menzogne con la
responsabilità del Presidente con complici fidati e servi
sciocchi, l'azienda non ha mai agito in autonomia".
Antonio Fosson (Pnv), evocando la ricapitalizzazione da 60
milioni di euro, ha sottolineato il "coinvolgimento in un
rischio personale chi si è fidato di scelte amministrative, ora
vedremo cosa la corte dei conti ci chiederà e le implicazioni
personali non sono irrilevanti". "Non vogliamo più buttare via
dei soldi -ha detto Fosson - che sono della comunità valdostana
e anche dei lavoratori del casinò e non siamo per mandare a casa
della gente, perché se diminuisce l'offerta le entrate
diminuiranno ulteriormente".

"Siamo contrari al taglio del personale come misura che va a coprire le responsabilità del
passato", ha precisato Laurent Viérin (Uvp). "In questi giorni -
ha lamentato - si è cercato di fare macelleria sociale
addossando a qualcuno responsabilità che noi non abbiamo". "Se
ci sono i numeri si vada avanti - ha detto Laurent Viérin -
crediamo che ci siano anche difficoltà numeriche in questa
maggioranza, oggi è molto difficile e poco credibile che un
piano di rilancio del casinò possa arrivare da chi ha fallito".

Per il capogruppo dell'Uvp Luigi Bertschy "si può guardare
al futuro e a un intervento a breve termine solo se si chiarisce
il quadro rispetto al passato". "A livello politico abbiamo
chiarito la nostra posizione - ha aggiunto - ora dobbiamo
trovare a livello amministrativo una soluzione al problema
evitando la macelleria sociale".

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