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Sequestri Casinò, per difese consiglieri regionali 'autonomia è in pericolo'

Procuratore C. conti,non può essere ombrello che ripara da legge

E' "una scelta che mette nei fatti in pericolo l'autonomia regionale" il sequestro preventivo di 151 immobili e 81 conti correnti dei 21 consiglieri ed ex consiglieri regionali citati a giudizio per il finanziamento pubblico da 140 milioni di euro al Casino' di Saint-Vincent.
Lo ha detto l'avvocato Carlo Emanuele Gallo al termine dell'udienza, durata quasi due ore, davanti al giudice designato della sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Valle d'Aosta Alessandra Olessina, che dovrà decidere se confermare, modificare o annullare il decreto presidenziale di sequestro preventivo, eseguito lo scorso 7 marzo. La decisione, ha spiegato Gallo, "è attesa tra qualche settimana, forse una ventina di giorni".

Secondo il procuratore regionale, Roberto Rizzi, "l'autonomia non è un ombrello che ripara dall'applicazione della legge. E' un grande vantaggio per la comunità valdostana ma richiede il massimo rispetto per essere esercitata". L'udienza di merito, sul danno erariale, è fissata invece il 27 giugno.
 "Riteniamo che sia una operazione che confligge con l'autonomia riconosciuta alla Valle d'Aosta e che è una conseguenza di quanto successo dopo la guerra di Liberazione", ha detto l'avvocato Gallo. "Le autonomie regionali speciali - ha spiegato - hanno una loro origine che noi non possiamo contestare. Qui il problema è che finita la seconda guerra mondiale l'idea della Francia era di annettersi la Valle", con "De Gaulle che aveva mandato le truppe ad Aosta. E c'erano una serie di discorsi a livello regionale, con personaggi che si erano schierati a favore. C'è stato Federico Chabod, celebre storico, che si è opposto e ci è riuscito, dicendo però: 'Va bene, noi rimaniamo ma con un'autonomia particolare, garantita'. E il Casinò è stato uno degli elementi di questa autonomia, perché in Francia i casinò ci sono". Quindi l'avvocato Gallo ha aggiunto: "Tante altre regioni vogliono un casinò. La Sicilia ha fatto a ripetizione leggi, poi contrastate dal governo, per avere anche lei un casinò".
Tornando alla Valle d'Aosta, "ci sono tutte le leggi regionali che hanno sorretto questo tipo di iniziativa negli anni, dal 2001, 2006, 2009. Quindi il Consiglio regionale ha adottato delle leggi: se non si condividono si va alla Corte costituzionale. Non si può fare un'indagine e chiedere un sequestro sui beni di coloro che hanno eseguito le leggi".

Secondo Gallo quindi "le scelte a favore del Casinò e dell'hotel Billia sono scelte istituzionali della Valle d'Aosta, a partire dallo Statuto e dalle leggi successive. Sono state scelte eseguite in modo prudente e oculato, non c'è danno. Per questo nostri assistiti devono essere prosciolti e quantomeno per ora il sequestro deve essere eliminato". Inoltre "la Corte dei conti, sezione di Controllo, non è intervenuta. Questa cosa esiste dal '46, sono settant'anni: è impossibile che tutto sia sbagliato solo negli ultimi anni". 


Rizzi, lavoratori bacino elettorale  - "E' evidente che quei posti di lavoro sono un bacino elettorale straordinariamente grande per i politici che se ne sono avvalsi. Ma ovviamente l'obiettivo della procura non è eliminare posti di lavoro". Lo ha detto ai cronisti il procuratore regionale della Corte di conti, Roberto Rizzi, al termine dell'udienza sul sequestro preventivo di 151 immobili e 81 conti correnti dei 21 consiglieri ed ex consiglieri regionali citati a giudizio per il finanziamento pubblico da 140 milioni di euro al Casino' di Saint-Vincent. Se, ha spiegato Rizzi, "gli amministratori ritengono di poter fare quello che serve loro ai fini dell'esercizio del mandato, il mantenimento del consenso è uno dei tanti obiettivi", per la procura invece il fine "è consentire che i finanziamenti avvengano secondo legge". Rispetto alle alternative al finanziamento pubblico per salvare la casa da gioco "non mi esprimo. E' mestiere di altri e sarei presuntuoso a farlo. So soltanto che così come è stata fatta non poteva essere portata avanti l'operazione di salvataggio", ha detto Rizzi.
Sulla concomitanza dell'udienza con la campagna per le elezioni regionali, il procuratore regionale della Corte dei conti ha sottolineato: "Il fatto che ci siano delle elezioni in mezzo mi spiace ma è un accidente. Io non posso far condizionare l'attività della procura dalla circostanza che c'è un'elezione in corso". Tema affrontato anche dall'avvocato difensore Carlo Emanuele Gallo: "Si è fatto un discorso generale da parte di alcuni colleghi, che hanno richiamato questa situazione. Si era già detto che l'incidenza sul patrimonio poteva ridurre la possibilità di iniziative in campagna elettorale". Riguardo all'udienza, ha detto Rizzi, "sicuramente all'esito del giudizio una parte del sequestro dovrà essere tolto perché ci sono dei convenuti che hanno costituito dei fondi patrimoniali, impignorabili per legge". Il giudice si dovrà pronunciare poi su altre questioni: "giurisdizione, sussistenza del danno, colpa grave, dolo". In questo senso "trasversalmente tutte le difese hanno eccepito la carenza di giurisdizione della Corte di conti. Perché l'attività del Consiglio sarebbe non sindacabile e comunque ove mai si ritenesse attività amministrativa, sarebbe comunque attività di alta amministrazione e comunque su cui la Corte non potrebbe esprimere alcuna valutazione".

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