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Corpo carbonizzato in un prato, mistero ad Aosta

A Fenis, difficile da identificare. Al lavoro i carabinieri

(di Thierry Pronesti)

Trent'anni, uomo, pelle chiara, in posizione fetale e senza nome: è un enigma per i carabinieri il ritrovamento di un cadavere bruciato alle porte di Aosta.
    Impossibile, per ora, identificarlo. Anche perché, nella zona, non sono state segnalate persone scomparse.
    Il passante che questa mattina l'ha scoperto, in un prato a Fenis, non ha creduto ai suoi occhi. Un paese tranquillo conosciuto per il suo bel castello medievale, meno di duemila anime, dove tutti o quasi si conoscono. Il corpo era in un'area piuttosto frequentata. Per questo, stimano gli investigatori, poteva essere lì da circa 24 ore. Vicino al canale che corre lungo la pista ciclabile. Su un prato, tra l'autostrada A5 Torino-Courmayeur e la parte bassa del paese, a una quindicina di chilometri di Aosta. Era raggomitolato, quasi a ripararsi da qualcuno o qualcosa.
    Dopo una prima ispezione del cadavere, il medico legale non si è espresso in merito all'eventuale presenza di segni di violenza: solo con l'autopsia che disporrà la procura di Aosta si potrà far luce su questi aspetti. Il corpo è quindi stato trasportato nella camera mortuaria dell'ospedale Parini. Gli investigatori suppongono che sia bruciato sul luogo del ritrovamento. Completamente annerito, presenta segni compatibili con attacchi di animali. Non sono stati trovati documenti, né orecchini o altri elementi che possano renderlo riconoscibile.
    La speranza dei carabinieri è che, nonostante la combustione, si possa risalire alle impronte digitali. Intanto gli investigatori cercano testimoni, qualcuno che tra ieri notte e ieri mattina abbia visto qualche movimento sospetto. Carabinieri del Reparto operativo, della Compagnia di Saint-Vincent e di quella di Aosta, tutti si concentrano sul caso. Nella zona non ci sono molte telecamere di videosorveglianza, ma la speranza è che abbiano registrato qualche indizio utile.
    L'ultimo omicidio in Valle d'Aosta risale all'8 maggio 2015.
    Un anziano ucciso fuori dalla sua baita di La Salle con 49 coltellate, al culmine di una violenta lite nata per motivi di gelosia. In poche ore i carabinieri rintracciano l'autore, un trentatreenne cubano, ubriaco e sotto l'effetto di cocaina.
    Un'altra storia, un altro puzzle. A quello di oggi mancano ancora troppi pezzi. (ANSA).
   

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