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Tentò estorsione a impresario,condannato

Tentò estorsione a impresario,condannato

Avrebbe dovuto gambizzarlo e minacciare un sequestro di persona

AOSTA, 30 aprile 2015, 18:33

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il gup ha condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione Antonio D'Agostino (36), di Pollein, imputato di tentata estorsione in concorso. Per conto del coimputato Giuseppe Paciolla (49) di Nus - marito di sua cugina, socia al 50% dell'impresa edile Ve.pa srl - era accusato di aver prospettato una gambizzazione (per 5.000 euro) all'amministratore di un'impresa e una rapina e un sequestro di persona da parte di "albanesi" al padre del manager. Obiettivo era ottenere 100.000 euro.

Oltre all'ottenimento da parte di Paciolla di 100.000-120.000 euro, per l'accusa il secondo obiettivo della tentata estorsione era una dichiarazione di assunzione presso la stessa impresa per Antonio D'Agostino, a lui necessaria per beneficiare di misure alternative alla detenzione.

L'inchiesta, sfociata nell'operazione Golfo (per l'origine napoletana di D'Agostino e Paciolla) della squadra mobile e coordinata dal pm Pasquale Longarini, scattò nel 2013, quando un siciliano di 29 anni fu sorpreso in Valle d'Aosta con una pistola in auto. La stessa arma, secondo gli inquirenti, che Paciolla avrebbe consegnato a D'Agostino dietro il compenso di 5.000 euro. Tre anni della condanna inflitta oggi con rito abbreviato a D'Agostino fanno riferimento alla tentata estorsione, 8 mesi a un furto. Il suo difensore, Stefano Gubernati del foro di Torino, ha già annunciato ricorso in Appello.

Al termine dell'udienza preliminare di oggi il gup Marco Tornatore ha inoltre rinviato a giudizio Giuseppe Paciolla e Valter Fonsato (65), del torinese, il processo si terrà a ottobre. Fonsato e suo figlio Roberto Fonsato (36) - che invece ha patteggiato 8 mesi di reclusione - erano accusati solo di furto in concorso e considerati dagli inquirenti due "pendolari del furto".

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