Parabola Sanders, ma sua rivoluzione non si ferma

Redazione ANSA

"Questa campagna si puo' dire conclusa" ma la 'rivoluzione' non si ferma. Bernie Sanders oggi si 'congeda' dai suoi sostenitori che anche alla convention di Filadelfia lo hanno acclamato come un eroe. Ha portato come promesso la sua sorprendente campagna fino alla convention di Filadelfia e adesso deve voltare pagina garantendo pero' che non e' finita qui. Ma sfumato il pur improbabile tandem istituzionale con Hillary alla Casa Bianca ed essendo scarne, per sua stessa ammissione, le chance di un ruolo in una possibile amministrazione Clinton, il senatore 74enne deve guardare altrove per garantire che l'energia, l'entusiasmo e i voti raccolti lungo la strada non vadano adesso dispersi. Forse tornando da dove era partito, in Senato.

Dal palco del Wells Fargo Center ha tentato di rassicurare sottolineando punto per punto quanto 'ottenuto' da Hillary Clinton (su istruzione e sanita' soprattutto) prima di ufficializzare di persona e per acclamazione la nomination della ex first lady prima candidata donna per la presidenza degli Stati Uniti come appello ultimo all'unita'. Un intervento leale ma pragmatico e politico. Ha chiuso cosi' questo capitolo che lo ha visto protagonista dando voce ad un movimento inaspettato che, ha insistito, deve contribuire a tenere lontano Donald Trump dalla Casa Bianca. Resta tuttavia l'incognita su come il senatore liberal potra' spingere e pungolare ancora per concretizzare propositi e obiettivi da qui a novembre e oltre. Al contrario di quanto accadde nel 2008 quando dalla 'riconciliazione' tra Hillary e Obama dopo una battaglia senza esclusione di colpi nelle primarie scaturi' la nomina di Hillary a capo del dipartimento di Stato, Sanders non sembra ne' avviato ne' intenzionato ad assumere un ruolo in una possibile amministrazione Clinton, probabilmente anche perche' ne perderebbe in credibilita' sul suo elettorato, che invece va consolidato e mobilitato ancora, tanto fragile è per molti la 'seconda scelta'.

E allora energia e passione da riversare in Senato, per riconquistarlo prima di tutto, interrompendo quella dicotomia che tanto ha caratterizzato il secondo mandato di Barack Obama in costante braccio di ferro con il Congresso a maggioranza repubblicana. Tornare a Capitol Hill quindi per fare da contrappeso e da garante alle aspettative di chi senza Sanders forse alle urne non ci sarebbe nemmeno andato. Secondo indiscrezioni raccolte dal Washington Post ci sarebbe gia' la bozza di un piano, con la creazione di gruppi ed organizzazioni pronte a spingere l'agenda liberal. Poi magari presiedere commissioni chiave come Sanita', Istruzione, Lavoro e Pensioni. Se cio' accadra' "potra' realizzare molte delle cose di cui ha parlato in campagna elettorale", ha detto il suo portavoce Michael Briggs.

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