Nato e Turchia, lo strappo di Trump

Redazione ANSA

"Se la Russia attaccasse i paesi baltici non interverrei automaticamente in loro difesa", come prevedono le regole della Nato: lo afferma Donald Trump in un'intervista al New York Times, spiegando che deciderebbe se intervenire o meno solo dopo aver valutato il contributo di quei Paesi all'Alleanza atlantica.

Trump parla poi della Turchia: "Se saro' eletto presidente non faro' pressioni su Ankara o su altri alleati autoritari che conducono purghe sui loro avversari politici o riducono le liberta' civili. Gli Stati Uniti devono risolvere i loro problemi prima di cercare di cambiare il comportamento di altri Paesi". Parole pesanti  alla vigilia dell'accettazione della sua nomination presidenziale alla convention repubblicana di Cleveland.  "Gli Stati Uniti - ha detto Trump - non hanno il diritto di dare lezioni ad altri Paesi". Il tycoon ha quindi elogiato il presidente turco, Recep Tagyyp Erdogan: "Gli do grande credito - ha spiegato - per essere stato capace di ribaltare la situazione dopo il tentativo di golpe".

''Alcuni dicono che il tentativo di colpo di stato sia stato provocato ad arte, ma io non lo credo", ha aggiunto. Trump non intende quindi unirsi al coro di chi invita Ankara alla moderazione nel reprimere gli oppositori rispettando gli standard occidentali della giustizia: "Quando il mondo vede quanto male le cose vanno negli Stati Uniti e si comincia a parlare di liberta' civili, non penso che noi siamo dei messaggeri credibili ". Nel corso dell'intervista, in gran parte sui temi di politica estera, Trump ribadisce come sia meglio tenere in piedi il regime Assad in Siria piuttosto che indebolire la lotta all'Isis. E ribadisce come l'arsenale nucleare in Giappone e Corea del Sud e' la miglior difesa dalle minacce della Cina.

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