Effetto Brexit, Hillary vola in sondaggi

Redazione ANSA

La Brexit e il possibile effetto domino dell'ondata populista che ha travolto il Regno Unito spaventano Hillary Clinton. Ma per ora, in vista delle presidenziali americane di novembre, è lei a volare nei sondaggi, con Donald Trump che sprofonda accumulando uno svantaggio a doppia cifra. La conferma - dopo i dati di Reuters e Ipsos - arriva da un'altra rilevazione, quella realizzata da Washington Post e Abc, che dà la Clinton avanti di 12 punti. E dire che solo un mese fa i numeri parlavano di un clamoroso sorpasso del tycoon. Hillary comunque resta cauta, anche perché altri sondaggi - vedi quello di Wall Street Journal e Nbc - parlano di un distacco su Trump più ridotto, di soli 5 punti. Per molti osservatori è comunque ancora troppo presto per capire quale sarà l'effettivo impatto del referendum britannico sulla campagna elettorale statunitense.

Nell'entourage della famiglia Clinton, riportano alcuni media americani, serpeggia comunque una certa preoccupazione. Hillary, ma anche l'ex presidente Bill, teme di non riuscire a intercettare quella rabbia sempre più profonda che anima l'elettorato americano, così come accade in Europa. E si fa strada il dubbio che non possa più bastare il messaggio finora portato avanti dall'ex segretario di Stato, volto a privilegiare la stabilità e i cambiamenti graduali rispetto al rischio caos dei cambi radicali invocati da Trump. In quest'ottica sarà fondamentale la scelta del candidato vicepresidente. E soprattutto il lavoro sempre più intenso che Hillary sta portando avanti con la progressista Elizabeth Warren e con lo stesso Bernie Sanders, per costruire un'agenda in grado di intercettare gran parte di quell'elettorato scontento che anche a sinistra è tentato dal non votare la Clinton.

Intanto Trump, nonostante parli di 'parallelismi' tra Brexit ed elezioni americane, continua a vivere il suo momento più nero da quando è iniziata la campagna elettorale. Non è solo il crollo nei sondaggi. Il Washington Post spiega il 'mese orribile' del tycoon con un diffuso e crescente disagio dell'elettorato americano nei confronti di Trump, anche di parte dell'elettorato conservatore (circa un terzo) che non condivide la sua retorica incendiaria. A non piacere alla maggioranza degli americani anche il modo in cui il tycoon gestisce temi delicati di politica economica o estera mischiandoli con i suoi affari personali. Vedi l'esultanza per la Brexit mentre era in Scozia per inaugurare un suo golf club. Così circa due americani su tre affermano che Trump non è idoneo a guidare il Paese, 'non qualificato' per fare il presidente. Sempre due su tre non condividono le affermazioni del tycoon su donne, minoranze e musulmani. E non pochi lo definiscono "razzista", in riferimento soprattutto alle affermazioni sui messicani. 

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA