Non è solo musica e cultura.
Umbria Jazz, dati alla mano, è da sempre anche un elemento
strategico per l'economia del territorio umbro e per la sua
crescita. E appena sarà terminata l'edizione 2018, dal giorno
successivo all'ultimo concerto e proprio con lo scopo di
valutare l'impatto del festival sul tessuto economico, la
Fondazione Umbria Jazz inizierà, in collaborazione con il master
in International business and intercultural context
dell'Università per stranieri di Perugia, un ulteriore studio
approfondito i cui risultati verranno poi resi noti a settembre.
Il festival, arrivato a 45 anni di età, sta confermando la
sua tenuta e per il momento, analizzando i primi riscontri di
questa edizione (in particolare i dati relativi alle prevendite
e all'occupazione delle camere), Umbria Jazz pare aver superato
la difficile fase post terremoto.
Il lavoro sarà curato dal professor Luca Ferrucci, che
coordina il master e che all'Università degli studi di Perugia
insegna Economia e gestione delle imprese, e da due studenti
(Simona Collu e Michele Tomassoli) che stanno svolgendo in
Fondazione uno stage.
L'analisi andrà più in profondità rispetto ai parametri
citati in precedenza, e prevede un lavoro articolato in quattro
fasi. Nella prima saranno analizzati i bilanci di più anni della
Fondazione Umbria Jazz, allo scopo di misurare l'andamento
economico generale tra costi, ricavi, sponsorizzazioni e così
via. La seconda fase prevederà, grazie alla collaborazione con
Confcommercio e Federalberghi (con la quale durante Umbria jazz
la stessa Fondazione ha firmato un protocollo per la promozione
del territorio a 360 gradi), l'acquisizione dei numeri degli
ultimi cinque anni relativi alle strutture alberghiere tra
occupazione delle camere, prezzi e ricavi medi. Con il terzo
step si passerà all'analisi del sistema di trasporto pubblico
locale nel suo complesso, con particolare attenzione alla
quantità di biglietti venduti durante il festival negli ultimi
anni. La quarta e ultima fase consisterà in una ricerca empirica
che abbraccerà l'area del centro storico (e le principali vie di
accesso all'acropoli) grazie a un questionario, elaborato per
l'occasione, che sarà somministrato a decine di attività
commerciali di ogni tipo a partire dal 23 luglio, cioè dal
giorno dopo la chiusura di Umbria Jazz.
In tutto le domande saranno una decina e attraverso di esse
verrà chiesto ai commercianti di dare una valutazione su
fatturato, aumento o diminuzione del numero di clienti,
preparazione o meno di vetrine a tema ed eventuali aperture
anche nei giorni e negli orari durante i quali il negozio di
solito rimane chiuso.
"Questo progetto - spiega Ferrucci - è l'avvio di una
collaborazione anche scientifica, che speriamo possa diventare
duratura e che punta al coinvolgimento attivo degli studenti, i
quali sono parte integrante della città. Il mio auspicio è che
sia il tassello di un mosaico che potrebbe essere realizzato
grazie alla collaborazione tra le governance di Fondazione e
istituzioni universitarie della città. I risultati ci diranno se
e in che misura l'edizione 2018 è stata in grado di offrire
occasioni aggiuntive per i commercianti del centro".
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