(di Danilo Nardoni)
Ospite speciale per la serata
omaggio a Quincy Jones; o alla guida del suo storico Devil
Quartet in un teatro Morlacchi sold out; oppure ancora qui in
concerto per presentare il progetto Lumina, la sua creatura
"fatta di luce"; infine in veste di presentatore del cd allegato
al numero di luglio della rivista Amadeus che contiene
"Altissima luce", ovvero il progetto del Laudario di Cortona
suonato per la prima volta tre anni fa proprio a Perugia: Paolo
Fresu ormai è di casa ad Umbria Jazz e quest'anno è stato in
cartellone o protagonista di alcune iniziative svariate volte.
Ora è anche "Ambasciatore dell'Umbria nel mondo" grazie al
premio ricevuto dalla Fondazione Cassa di risparmio di Perugia
(in passato sono stati premiati artisti come Enrico Rava, Renato
Sellani, Giovanni Tommaso, Stefano Bollani, Danilo Rea, Giovanni
Guidi, Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli) proprio in occasione del
primo concerto al Morlacchi. "Mi riempie di orgoglio - afferma -
ormai con Umbria Jazz ho un rapporto che va avanti da tanto
tempo".
Il trombettista sardo ha iniziato la sua presenza a questa
edizione del festival come uno dei protagonisti del
concerto-spettacolo per l'85/o compleanno di Quincy Jones andato
in scena venerdì 13 luglio. "La serata è riuscita - spiega - e
le sensazioni molto buone direi. Sul palco il 60% dei musicisti
era italiano, giovani e non, con una grande capacità di offrire
il meglio. Ho provato una grande emozione suonando i brani di
Quincy, e confrontarmi con un brano per me sacro come 'My ship'
è stata una sensazione molto forte e positiva".
Dopo avere partecipato alla serata omaggio al genio della
musica, prodotta da Umbria Jazz, e aver incantato sabato 14
luglio ancora il pubblico di Uj con il suo Devil Quartet, Fresu
ha presentato lunedì 16 luglio con un concerto il nuovo progetto
"Lumina" edito l'anno scorso dalla sua stessa casa discografica
Tuk music. Sul palco tanti giovani per quello che vuole essere
"un tributo alla luce" come lo descrive Fresu che lo ha ideato,
diretto e prodotto; un progetto risultato vincitore del bando
"Sillumina" di Siae e organizzato con il sostegno del Mibact. "È
una mia creatura - racconta Fresu - realizzata con l'etichetta
che ho ormai dal 2010, la Tuk music, con la quale produco molti
album con protagonisti tanti giovani, ai quali do totale fiducia
e libertà. Per Lumina ho costruito io il team di lavoro, avendo
in testa l'idea della luce come tema fondamentale; sono 10 brani
che si chiamano tutti Luce, parola tradotta però in 10 lingue
diverse. In seguito ho avuto l'idea di coinvolgere gli scrittori
per i testi come Marcello Fois, Lella Costa, Erri de Luca e
Flavio Soriga. Loro non avevano mai suonato insieme, e credo che
il risultato sia molto poetico e molto in sintonia con l'idea
originaria".
Alla libreria Feltrinelli, durante gli incontri e le
presentazioni di libri e dischi per Umbria Jazz, Fresu e Simone
Frondini, oboista e organizzatore dell'Orchestra da camera di
Perugia, hanno infine presentato l'album "Altissima luce". Il
progetto del Laudario di Cortona è stato infatti suonato per la
prima volta tre anni fa a Umbria Jazz da Fresu con Daniele di
Bonaventura, Marco Bardoscia, Michele Rabbia e l'Orchestra da
Camera di Perugia. Così Fresu durante l'incontro ha evidenziato
"il coraggio" di Umbria jazz che ha suggerito questo progetto e
spiegato come è nata la collaborazione nata con la rivista
Amadesus. "Dopo la prima volta tre anni fa alla basilica di San
Pietro - dice - lo abbiamo suonato molte altre volte, e non ci
aspettavamo questo successo clamoroso. Sembra un esperimento
riuscito dato che non ci sono più copie da comprare da nessuna
parte della rivista con cd allegato. Per me è una sorta di
breccia storica visto che la rivista esiste da 30 anni e non ha
mai fatto un lavoro così coraggioso. Dentro c'è anche un saggio
critico sul rapporto tra jazz e classica. Un coraggioso
esperimento che speriamo possa proseguire anche in futuro".
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