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Otto parti in anonimato ultimo anno

Assessore Barberini fa punto situazione in Assemblea legislativa

(ANSA) - PERUGIA, 27 NOV - Nel 2017 in Umbria ci sono stati otto parti in anonimato, il doppio dell'anno precedente. A fornire i dati è stato l'assessore alla Salute Luca Barberini che nel question time dell'Assemblea legislativa ha risposto al consigliere regionale Carla Casciari (Pd) che chiedeva di sapere "se la Giunta intende sostenere" lo stesso parto in anonimato.
    Barberini ha spiegato che "a Città di Castello e a Perugia sono state utilizzate sempre le Culle per la vita, richieste anche in altri presidi ospedalieri" umbri. "Le procedure di adozione - ha aggiunto - seguono precisi dettami normativi e sono state attuate per tutti i bambini nati in anonimato. Per quanto riguarda la formazione, questa è svolta in modalità integrata per tutti gli operatori sociali e sanitari che si occupano della salute del minore e della donna, facendo parte dei piani di formazione delle Aziende sanitarie regionali.
    Continueremo con un potenziamento ulteriore nell'attività formativa per assicurare qualità a questo prezioso servizio".
    Casciari aveva chiesto di conoscere - riferisce Palazzo Cesaroni - "quanti bambini sono nati con il parto in anonimato, in quali punti nascita degli ospedali regionali e quanti affidati ad una delle culle per la vita; per quanti di questi bambini sono state avviate le procedure di adozione; quali attività di formazione sono state realizzate per il personale delle strutture pubbliche, affinché ogni punto nascita ed ogni territorio potenzi la possibilità di esercitare una libera, cosciente e responsabile scelta". La consigliera, nell'illustrare l'atto in Aula, ha rimarcato come "per la donna la maternità è un passaggio importante". "Affrontare questa situazione in solitudine - ha aggiunto - può compiere scelte affrettate come l'interruzione volontaria di gravidanza o ricorrere a scelte drammatiche al momento del parto. Per contenere questi episodi la donna deve essere sostenuta e seguita in maniera qualificata. In Italia la legge consente alla madre di partorire in anonimato in un ospedale pubblico, di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell'ospedale dove è nato.
    A seguito di una segnalazione alla Procura della Repubblica viene aperto un procedimento immediato di adottabilità e al contempo il riconoscimento alla madre naturale del diritto di riflettere sulla scelta fatta entro 60 giorni. In alcuni territori umbri è stato avviato, da diversi anni, il progetto 'Madre segreta' che ha come obiettivo la prevenzione del fenomeno dell'abbandono traumatico del neonato. Inoltre in Umbria sono state installate due 'Culle per la vita', una nel 2013 presso l'ospedale di Città di Castello e l'altra nel 2014 attigua all'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia".
    Riferendo i dati, Barberini che detto che "in particolare nel 2016 un caso c'è stato nell'ospedale di Città di Castello, uno a Foligno, uno nell'Azienda ospedaliera di Perugia e uno in quella di Terni. Nel 2017 un caso c'è stato nell'ospedale di Città di Castello, uno in quello di Pantalla, uno a Foligno, tre nell'Azienda ospedaliera di Perugia e 2 in quella di Terni.
    Nella replica Casciari ha ringraziato l'Assessore per "il quadro realistico fornito" e si è augurata che "continui l'impegno per potenziare i numeri del parto in anonimato, un percorso di tutela a 360 gradi in un momento difficile e delicato per la donna". (ANSA).
   

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