(ANSA) - ASSISI (PERUGIA), 21 SET - A sei mesi dall'apertura
all'ospedale di Assisi, funziona "a pieno regime" il primo
centro regionale interamente dedicato al trattamento delle
ferite difficili, del piede diabetico e delle lesioni da
pressione, diretto dal dottor Marino Cordellini.
"Il nostro, è il primo centro in Umbria e tra i pochi in
Italia rivolto alla cura di ulcere e ferite con guarigione
complessa - ha sottolineato Andrea Casciari, direttore generale
della Usl Umbria 1 -, patologie in progressivo aumento di
incidenza soprattutto nella popolazione anziana e nei malati
cronici, diabetici, cardiopatici. Nei primi cinque mesi di
attività, sono stati circa 100 gli interventi chirurgici
eseguiti, grazie alla disponibilità di sei posti letto dedicati.
A livello ambulatoriale invece vengono trattati mediamente 30
pazienti a settimana. Tengo a sottolineare che i pazienti non
vengono mai lasciati soli nell'affrontare una patologia di
difficile gestione in quanto a seguito della dimissione
ospedaliera è stata attivata l'assistenza territoriale al Centro
di salute di Bastia Umbra e tutti gli accessi necessari a
domicilio del paziente".
Nel Centro - ha spiegato la Usl in un comunicato -, insieme
al dottor Cordellini, lavorano chirurghi ricostruttori "di
grande esperienza", come Andrea Calabrese, Marco Felici e
Lavinia Ceccaccio, in integrazione con un gruppo
multidisciplinare di specialisti, con gli infermieri e gli
operatori socio sanitari dell'ospedale di Assisi e in
collaborazione con due specialisti di quello di Perugia,
Cristiana Vermigli, diabetologa esperta del piede diabetico, e
Maurizio Fiorio, infettivologo.
"Il prossimo passo - ha spiegato ancora Casciari - sarà di
collegare il Centro per le ferite difficili con l'assistenza
domiciliare di tutti i distretti sanitari regionali, fino ad
arrivare, in maniera più ambiziosa, a costituire un centro di
riferimento nazionale sia per il trattamento dei pazienti
provenienti da diverse regioni ma anche per la formazione
permanente di medici ed infermieri".
L'accesso alla struttura avviene con due modalità: attraverso
il trasferimento da altri ospedali della regione oppure tramite
la richiesta di "visita specialistica per ferite complesse" del
proprio medico di medicina generale, prenotabile al cup. In
quest'ultimo caso, sarà poi il chirurgo a decidere il percorso
di ricovero.
Il Centro per le ferite difficili afferisce alla struttura di
chirurgia plastico-ricostruttiva per la quale è stata
evidenziata "un'attività in forte sviluppo". Il numero di
interventi è passato dai 1.418 del 2016, ai 1.775 del 2017, con
una stima per il 2018 di 2.400. Allo stesso modo le prestazioni
ambulatoriali sono passate dalle 4.384 del 2016 alle 6.000
previste per il 2018.
(ANSA).