(ANSA) - PERUGIA, 11 LUG - "Siamo sempre più impegnati nel
programma per l'eliminazione dell'epatite C che, entro il 2020,
prevede il trattamento e l'arruolamento di tutti i casi noti, in
un percorso diagnostico-terapeutico specifico basato
sull'utilizzo di antivirali ad azione diretta, introdotti dal
2014 attraverso un apposito Piano nazionale": lo annuncia
l'assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al
Welfare, Luca Barberini, sottolineando che "è stato costituito
un gruppo di lavoro integrato per velocizzare l'inizio delle
terapie e per intensificare la ricerca e la presa in carico dei
casi ancora sommersi, visto che la malattia è a lungo
asintomatica".
"In Umbria - spiega Barberini - sono 3.500 i pazienti con
epatite C conosciuti dal Servizio sanitario regionale. Da
gennaio 2015 a giugno 2018, ne sono stati trattati 1.612 con i
nuovi farmaci. Restano ancora 1.888 persone, che saranno
arruolate progressivamente dai centri prescrittori".
"Con l'obiettivo - continua, in un comunicato della Regione - di
completare il trattamento entro due anni, con una spesa di circa
12,4 milioni di euro, che saranno rimborsati dal ministero della
Salute".
"Il programma regionale per l'eliminazione dell'epatite C -
prosegue l'assessore - prevede anche azioni mirate
all'individuazione dei portatori del virus non ancora noti,
soprattutto tra le categorie più a rischio come
tossicodipendenti, carcerati, operatori sanitari, dializzati e
trasfusi. A tale fine saranno create maggiori sinergie tra
ospedali, servizi sanitari territoriali, medici di medicina
generale, operatori dei Sert e degli istituti penitenziari.
Valuteremo inoltre l'opportunità di avviare un progetto pilota
per lo screening anticorpale per epatite C nella popolazione ad
alta vulnerabilità".
"L'obiettivo - conclude Barberini - è arrivare progressivamente
all'eliminazione dell'epatite virale, che rappresenta la causa
più comune di malattia cronica epatica, con esiti a lungo
termine che vanno da alterazioni istologiche minime fino alla
cirrosi epatica e al cancro del fegato. Si tratta di una sfida
globale, sollecitata dall'Organizzazione mondiale della sanità
(Oms), che conta, entro il 2030, di ridurre al livello mondiale
dell'80 per cento il tasso di infezione da epatite C e del 65
per cento quello della mortalità dovuta al virus. Una sfida
importante, rispetto alla quale l'Umbria è pienamente
all'altezza". (ANSA).