"Contrariamente a quanto
annunciato a settembre il piano Juncker non prevede risorse
aggiuntive e non ci sono garanzie sull'effettiva mobilitazione
di 315 miliardi di euro in tre anni. Il nuovo fondo servirà
comunque ad ampliare l'attuale offerta di strumenti finanziari
per sostenere la crescita e a sperimentare primi elementi di
flessibilità nel calcolo dei deficit nazionali", così la
presidente della Regione Umbria, e prima vice-presidente del
Comitato delle Regioni Ue Catiuscia Marini.
Secondo la presidente Marini "Il tentativo di Juncker va
incoraggiato perché ha il merito di mettere al centro
dell'agenda comunitaria il drammatico crollo degli investimenti
pubblici e privati che rischia di trascinare nella stagnazione
l'economia europea". Tuttavia, "se davvero si voleva imprimere
una scossa al mercato, limitarsi a riprogrammare 16 miliardi di
fondi europei su tre anni è una mossa drammaticamente
inadeguata".
Positivo, invece, il commento della vice-presidente sull'impegno
assunto dal presidente della Commissione Europea Juncker di
escludere dai conteggi del deficit nazionale i contributi al
piano provenienti dagli Stati Membri: "Vedremo quale sarà la
definizione formale di questa decisione, in ogni caso
l'introduzione di questi pur ridotti margini di flessibilità
testimonia una presa di coscienza importante del problema di
diversi governi nazionali e regionali che oggi non possono
operare nuovi investimenti a causa dei tetti di spesa del Patto
di Stabilità".
Un passaggio importante, soprattutto per l'Italia: "Il lavoro
della Presidenza di turno italiana dell'UE su questo fronte - ha
detto Marini - ha consentito di raggiungere un primo risultato
che deve spingere l'Unione verso l'esclusione del
cofinanziamento dei fondi strutturali dal Patto, come richiesto
più volte dal Comitato delle Regioni".
Quest'ultima proposta è tra gli aspetti più rilevanti del
parere che la prima vice-presidente Marini presenterà alla
plenaria del Comitato delle Regioni in programma il 3 e 4
dicembre prossimi.
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