Gli investimenti per far
ripartire crescita ed occupazione nell'area euro sono al centro
del progetto di parere approvato dalla commissione Budg del
Comitato delle Regioni Ue (CdR), presentato dalla governatrice
dell'Umbria e primo vicepresidente del (CdR) Catiuscia Marini.
L'iniziativa di Marini mette sul piatto alcune proposte, a
partire dallo scorporo del cofinanziamento dei fondi Ue dai
vincoli del Patto di stabilità - una delle questioni centrali
della battaglia per la flessibilità che l'Italia sta giocando
sul tavolo europeo - oltre a quella di istituire una sorta "di
libro bianco" per valutare la qualità degli investimenti e
differenziarli. Ma pone anche questioni sul pacchetto da 300
miliardi annunciato dal nuovo presidente della Commissione Ue
Jean-Clude Juncker, per incentivare la ripresa in Europa.
Il parere, che per parte italiana è stato analizzato e
condiviso anche in sede di Conferenza delle Regioni e che ora
sarà portato alla votazione alla plenaria del CdR del 3-4
dicembre - spiega Marini - "si concentra su un dibattito molto
attuale e rilevante per Regioni e Comuni italiani che nonostante
la contrazione degli investimenti pubblici, continuano a
rappresentare il 50% degli investimenti complessivi" soprattutto
grazie ai fondi strutturali.
"In questi anni di crisi, con le misure di consolidamento dei
bilanci, invece di tagliare la spesa corrente, si è finito per
tagliare la spesa per gli investimenti - evidenzia - Per cui, la
politica di austerità, con i saldi di bilancio e finanza
pubblica, negli Stati con maggiore difficoltà si è tradotta in
una fortissimo ridimensionamento della spesa per gli
investimenti. Il senso di questo parere è dire: attenzione,
sulla spesa pubblica dobbiamo costruire un meccanismo a livello
Ue che evidenzia che gli investimenti sono una spesa pubblica di
qualità che può aiutare crescita e occupazione, e che va
incentivata con modifiche. Ad esempio, come dice il Parlamento
europeo, quella di togliere il cofinanziamento di tutti i fondi
strutturali dal calcolo del Patto di stabilità. Nel caso
italiano questo libererebbe molte risorse proprio per gli
investimenti".
"Ma alla commissione Ue chiediamo anche di costruire una
sorta di libro bianco che si focalizzi sulla qualità degli
investimenti pubblici - aggiunge la dovernatrice umbra -. Di
fare in modo cioè che attraverso le regole Ue, si sia in grado
di separare quella parte della spesa pubblica per gli
investimenti, dal resto. Evidenziando nei conti pubblici e
quindi anche nel rispetto dei vincoli della finanza, che non si
possono mettere sullo stesso piano i costi del funzionamento
della pubblica amministrazione e le risorse per favorire la
ricerca, le infrastrutture".
Poi c'è il tema del pacchetto da 300 miliardi annunciato da
Juncker. "Vogliamo capire - osserva - se sono risorse nuove, per
quali finalità saranno utilizzate e in che modo, oltre gli Stati
membri, le autorità sub-nazionali come Regioni e Comuni vengono
coinvolte nel parco progetti".
"Questo è il cuore della vicenda, che non a caso è al centro
del dibattito del Parlamento europeo e dell'agenda del Consiglio
Ue, che per ora si è limitato a delle raccomandazioni, senza
tradurle in vincoli", conclude.
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