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Marini, servono investimenti per ripresa

Marini, servono investimenti per ripresa

A questo mira parere approvato da commissione Comitato Regioni

BRUXELLES, 27 ottobre 2014, 20:45

Redazione ANSA

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Gli investimenti per far ripartire crescita ed occupazione nell'area euro sono al centro del progetto di parere approvato dalla commissione Budg del Comitato delle Regioni Ue (CdR), presentato dalla governatrice dell'Umbria e primo vicepresidente del (CdR) Catiuscia Marini.
    L'iniziativa di Marini mette sul piatto alcune proposte, a partire dallo scorporo del cofinanziamento dei fondi Ue dai vincoli del Patto di stabilità - una delle questioni centrali della battaglia per la flessibilità che l'Italia sta giocando sul tavolo europeo - oltre a quella di istituire una sorta "di libro bianco" per valutare la qualità degli investimenti e differenziarli. Ma pone anche questioni sul pacchetto da 300 miliardi annunciato dal nuovo presidente della Commissione Ue Jean-Clude Juncker, per incentivare la ripresa in Europa.
    Il parere, che per parte italiana è stato analizzato e condiviso anche in sede di Conferenza delle Regioni e che ora sarà portato alla votazione alla plenaria del CdR del 3-4 dicembre - spiega Marini - "si concentra su un dibattito molto attuale e rilevante per Regioni e Comuni italiani che nonostante la contrazione degli investimenti pubblici, continuano a rappresentare il 50% degli investimenti complessivi" soprattutto grazie ai fondi strutturali.
    "In questi anni di crisi, con le misure di consolidamento dei bilanci, invece di tagliare la spesa corrente, si è finito per tagliare la spesa per gli investimenti - evidenzia - Per cui, la politica di austerità, con i saldi di bilancio e finanza pubblica, negli Stati con maggiore difficoltà si è tradotta in una fortissimo ridimensionamento della spesa per gli investimenti. Il senso di questo parere è dire: attenzione, sulla spesa pubblica dobbiamo costruire un meccanismo a livello Ue che evidenzia che gli investimenti sono una spesa pubblica di qualità che può aiutare crescita e occupazione, e che va incentivata con modifiche. Ad esempio, come dice il Parlamento europeo, quella di togliere il cofinanziamento di tutti i fondi strutturali dal calcolo del Patto di stabilità. Nel caso italiano questo libererebbe molte risorse proprio per gli investimenti".
    "Ma alla commissione Ue chiediamo anche di costruire una sorta di libro bianco che si focalizzi sulla qualità degli investimenti pubblici - aggiunge la dovernatrice umbra -. Di fare in modo cioè che attraverso le regole Ue, si sia in grado di separare quella parte della spesa pubblica per gli investimenti, dal resto. Evidenziando nei conti pubblici e quindi anche nel rispetto dei vincoli della finanza, che non si possono mettere sullo stesso piano i costi del funzionamento della pubblica amministrazione e le risorse per favorire la ricerca, le infrastrutture".
    Poi c'è il tema del pacchetto da 300 miliardi annunciato da Juncker. "Vogliamo capire - osserva - se sono risorse nuove, per quali finalità saranno utilizzate e in che modo, oltre gli Stati membri, le autorità sub-nazionali come Regioni e Comuni vengono coinvolte nel parco progetti".
    "Questo è il cuore della vicenda, che non a caso è al centro del dibattito del Parlamento europeo e dell'agenda del Consiglio Ue, che per ora si è limitato a delle raccomandazioni, senza tradurle in vincoli", conclude.
   

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