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Fratello ucciso Terni, Paese invivibile

Fratello ucciso Terni, Paese invivibile

Anche assassino David Raggi doveva essere in carcere

TERNI, 05 aprile 2019, 12:49

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Pensavo che dopo quanto accaduto a mio fratello e dopo la battaglia che stiamo portando avanti le cose fossero cambiate. Invece a quattro anni di distanza ancora si ripete la stessa situazione. Non sta né in cielo né in terra, questo Paese sta diventando invivibile": a parlare, con l'ANSA, è Diego Raggi, fratello di David, il ventisettenne ucciso nel marzo 2015 a Terni, commentando l'omicidio di Stefano Leo.
    Come emerso per Said Mechaquat - il giovane che ha confessato di aver ucciso il trentatreenne di Torino - anche il marocchino Amine Aassoul, condannato in via definitiva a 30 anni di carcere per il delitto Raggi, al momento del fatto era libero nonostante dovesse scontare un cumulo di pena per oltre sette anni.
    "Mi viene un sorriso amaro - dice ancora Diego Raggi -, noi che siamo sempre in regola appena sbagliamo veniamo messi subito in galera. Possibile che una persona a spasso per la città nessuno l'abbia mai fermata? Servono ancora di più il pugno duro e controllo seri".
   

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