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Fr. Paolo muore ad Haifa e dona organi

Fr. Paolo muore ad Haifa e dona organi

Comunità Jesus Caritas, grande eco nel mondo ebraico ed arabo

PERUGIA, 05 aprile 2019, 16:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSA) - PERUGIA, 5 -Ha avuto un'eco straordinaria la morte ad Haifa di fratel Paolo Onori dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas - da tempo nella fraternità di Nazareth - anche per la sua decisione (era iscritto all'Aido) di donare gli organi.
    "La scelta del nostro fratello, per bocca della sua carissima sorella Simonetta di donare gli organi - scrive fr.Marco nel mensile della comunità - ha avvicinato anche il mondo ebraico.
    L'infermiera dell'ospedale di Rambam, Sarit, ci ha comunicato la stima e la gratitudine della direzione dello stesso Ospedale, oltre che dell'Ambasciata Italiana e del Consolato Italiano.
    Giornali on-line e trasmissioni radio del mondo ebraico e di quello arabo hanno poi ripreso e commentato la notizia di questo piccolo fratello italiano che, anche se così lontano dalla sua terra, ha voluto compiere un gesto importante per salvare vite di persone diverse da lui per cultura, etnia e religione, ma profondamente vicine nella comune umanità e nella fraternità universale. Anche per loro Paolo ha dato la sua vita".

"Nel dolore - ha scritto il priore della comunità, fratel Paolo Maria nello stessa pubblicazione, "Jesus Caritas" - quanta grazia per mezzo di te! I tuoi organi donati che hanno concesso nuovamente a diverse persone la qualità della vita". Fratel Paolo, di origine folignate, in passato anche parroco di Borroni e Scafali, morto per un malore improvviso il 12 marzo scorso, è stato pianto dalla gente comune e dagli esponenti di diverse religioni. "Inimmaginabile per noi - hanno commentato i familiari - una così forte partecipazione: sia all'Eucaristia celebrata dal vescovo Gualtiero presso l'Abbazia di Sassovivo", che, "in particolare, nella celebrazione funebre che ha avuto luogo a Nazareth il 15 marzo, dove con grande stupore di tutti, è venuta meno qualsiasi distinzione dettata da appartenenze religiose e culturali". Amato, conosciuto ed apprezzato dalla gente del posto, riposerà in quelle terre, sempre secondo le sue disposizioni. "Sei voluto rimanere in quella terra - ha scritto ancora il priore fratel Paolo Maria - dove ti sei donato fino ad impastarla con il tuo corpo, seme di speranza per la nostra Fraternità".

   

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