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Meredith, sentenza oggi. Sollecito non torna per verdetto

Il verdetto è atteso in giornata

E' terminata l'udienza in Cassazione per il processo a Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. A breve il collegio della quinta sezione penale della cassazione si riunirà in camera di consiglio Il presidente, Gennaro Marasca, non fornito indicazioni sui tempi, ha solo specificato che un'ora prima della lettura del verdetto i difensori dei due imputati saranno avvertiti.

Raffaele Sollecito non sarà presente nell'Aula magna della Cassazione per la lettura del verdetto del processo Meredith. Lo ha detto l'avvocato Giulia Bongiorno che da poco ha fatto ritorno in Cassazione. Il legale non ha aggiunto altro sul luogo dove Sollecito è andato ad aspettare la decisione dei Supremi giudici. Un'ora prima della lettura della sentenza, il Collegio della V Sezione Penale avvertirà i legali.

"Amanda non chiude occhio - ha detto l'avvocato Carlo Dalla Vedova che difende la Knox - non dorme e aspetta sulle spine la decisione della Cassazione. E' a Seattle con i suoi genitori, l'ho appena sentita ed é molto preoccupata". Il punto su cui l'America si interroga e' se davvero Amanda potrà essere estradata in Italia. Potrebbe, alla fine, diventare una decisione politico-diplomatica tra Stati Uniti e Italia, sottolineano diversi commentatori. Ed è a Seattle più che altrove che monta l'attesa per conoscere il destino della "persona" Amanda: la ragazza che qui e&rsquo cresciuta ed e&rsquo tornata. Amanda ha voluto infatti riprendere e concludere gli studi all' Università di Washington il cui campus e&rsquo nel nord della città. La sua famiglia vive ancora nel quartiere di West Seattle. E lei setssa si dice abiti ormai da tempo nell' international district, la ex Chinatown. "Si dice", perche&rsquo Amanda ha scelto di tenere un profilo bassissimo e sembra che i suoi concittadini a Seattle vogliano rispettare questa sua volontà 

Per la difesa di Raffaele Sollecito, ha preso la parola l'avvocato Giulia Bongiorno: "Sollecito - ha detto - non ha mai depistato, anzi ha sempre collaborato alle indagini, durante l'aggressione a Meredith vedeva i cartoni animati: Raffaele Sollecito è un puro che si vede coinvolto in vicende spettacolari e gigantesche delle quali, come Forrest Gump, non si rende conto. Assolvetelo!. Sono veramente convinta - ha detto Bongiorno - che Amanda non è entrata nella stanza del delitto, ma se si deve credere alle sue dichiarazioni allora bisogna credere che lei uscì dalla casa di Sollecito e mentì al suo ragazzo dicendogli che andava a lavorare dopo aver ricevuto il messaggio di Patrick Lumumba che invece le aveva detto di non andare al lavoro". 

Pg Cassazione, condannare Amanda e Sollecito  - Colpevoli. Questo il giudizio della Procura della Cassazione - rappresentata da Mario Pinelli - su Amanda Knox e Raffaele Sollecito accusati di aver ucciso la studentessa inglese Meredith Kercher, a Perugia, la notte tra il primo e il 2 novembre 2007 nella casa un po' fatiscente e fuorimano di Via della Pergola dove vivevano le due ragazze. Forte di questo convincimento, il Pg, che ha definito la ricostruzione del delitto fatta nell'appello bis dai giudici fiorentini "perfetta come una foto di Cartier-Bresson", dopo una maratona oratoria di circa due ore, ha chiesto ai giudici della Quinta sezione penale della Suprema Corte, presieduti da Gennaro Marasca, di confermare le condanne dei due imputati con un piccolo sconto di tre mesi per l'estinzione di un reato minore. E' lo stesso Pg Morelli ad effettuare il ricalcolo e a chiedere ai supremi giudici di applicare "direttamente" la pena senza necessità di rinvio: 8 anni e tre mesi per la Knox, e 24 anni e nove mesi per Sollecito. La decisione degli 'ermellini' è attesa per venerdì, data di riconvocazione dell'udienza. Oggi in aula c'erano Sollecito seduto accanto alla sua ragazza Greta, la sorella Vanessa e il padre Francesco con la compagna in miniabito rosso. Per tutti, passaggio davanti alle numerose telecamere arrivate per questa vicenda che è molto seguita anche dai media americani e inglesi. Più volte i carabinieri, dopo il richiamo di Marasca a non effettuare riprese audio-video, hanno fatto spegnere i cellulari di giornalisti, avvocati e 'patiti' di questo processo molto mediatico perché, nonostante il divieto, facevano rimbalzare all'esterno le immagini in diretta dell'udienza in corso. Anche Giulia Bongiorno, che difende Sollecito insieme a Luca Maori, è stata richiamata dai carabinieri a non effettuare registrazioni. In aula, con il suo avvocato Carlo Pacelli, c'era anche Patrick Lumumba, l'uomo ingiustamente accusato da Amanda e che ha scontato due settimane di carcere per le quali ha ottenuto il risarcimento da ingiusta detenzione. Ha chiuso il suo pub nel quale lavorava la giovane di Seattle "perchè - ha spiegato Lumumba - era diventato un mausoleo per curiosi e giornalisti e i clienti veri non ci venivano più". Per averlo calunniato, la Knox è stata condannata in via definitiva e il nesso tra la menzogna e l'obiettivo della ragazza di tirare in ballo l'innocente africano - che per fortuna aveva un alibi con dodici testimoni - per difendersi dall'accusa di omicidio è stato riconosciuto dall'appello bis. "La sentenza fiorentina ha fatto buon governo delle indicazioni della Cassazione e delle norme di legge" e "tutte le figure di questa storia sono inserite in una ricostruzione perfetta, come in una foto di Cartier-Bresson", ha detto il Pg Morelli - nel suo intervento nell'Aula magna gremita - affermando che contro Meredith "infierirono in tre". "La Knox - ha proseguito il Pg - ha reso la sua deposizione come se giocasse una ideale partita a scacchi immaginando una linea difensiva come se sapesse di venire incriminata: non a caso ha detto di aver sentito un urlo mentre parlava con Lumumba e di aver pensato a una violenza sessuale". Per il Pg, è "indifendibile" il racconto dell'americana che dice di "essere rientrata nell'abitazione dove tutto era a soqquadro e c'era sangue, di non essersi spaventata e aver fatto la doccia". Poi la parola è passata agli avvocati della famiglia Kercher, Vieri Fabiani e Francesco Maresca. "I familiari di Meredith - hanno detto - sperano che la Cassazione metta la parola fine a questa odissea e che finalmente, dopo tanti anni, la povera vittima possa essere ricordata fuori dalle aule di giustizia". Dal presidente Marasca, i legali sono stati rimproverati quando hanno definito "mistificazioni" le perizie di parte. In difesa di Amanda - che attende in angoscia il verdetto negli Stati Uniti dove l'opinione pubblica è divisa tra chi pensa che sia colpevole e chi la ritiene vittima del tritacarne giudiziario italiano e di poliziotti senza scrupoli - hanno parlato i difensori Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova. "Questo processo si svolge sotto gli occhi del mondo e serve serenità: è un procedimento con grandi incertezze, molti elementi imprecisi e dove ci sono state gravissime violazioni del diritto di difesa", ha detto Dalla Vedova. "La notte in cui Amanda fu portata in Questura e dopo cinque ore di interrogatorio senza interprete e senza avvocato le fu fatto firmare il verbale, qualche cosa deve essere andato storto perché non c'è né una registrazione, né un video: quella fu una 'falsa' confessione", ha proseguito il legale. Dalla Vedova ha poi puntato il dito contro Rudy Guede, l'ivoriano condannato per primo e con rito abbreviato per l'omicidio di Meredith in concorso con ignoti. Dalla Vedova - visto che sia Lumumba che Guede sono africani e negli Usa le questioni razziali sono un argomento molto sentito - ha escluso che per Amanda "un nero vale l'altro", con riferimento alle accuse mosse a Lumumba quando sulla scena del delitto, in base al verdetto dell'appello bis, c'era Guede, oltre all'americana e a Sollecito. Il giovane pugliese è apparso molto nervoso, spesso si è mangiato le unghie delle mani e picchiettava con i piedi a terra. Seduto nel parterre riservato al pubblico, insieme ai cronisti a ai praticanti legali, ogni tanto gli arrivava alle orecchie il commento dei 'suoi' che definiva "schifezza" questo o quel passaggio delle arringhe dei difensori di Meredith. Da venerdì rischia di dover tornare a lungo in prigione. Sia lui che Amanda hanno scontato 1450 giorni, quasi quattro anni, di custodia cautelare in carcere.

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