Le Alpi possono essere "rifugio" o
"trappola" per i migranti: dipende da come sono regolamentati i
flussi migratori, implementate le politiche di inclusione
sociale e lavorativa, e da come è gestita l'accoglienza di
richiedenti asilo e rifugiati. È questo il punto di partenza del
volume "Alpine Refugees", pubblicato con il supporto di Euricse,
Cantone dei Grigioni e Istituto Bab di Vienna, presentato in
anteprima al Plessi Museum del Brennero alla presenza degli
autori Giulia Galera (Euricse) e Andrea Membretti (Eurac
Research), che con Manfred Perlik (Università di Berna) e Ingrid
Machold (Bab) hanno curato il testo.
Il volume, al quale hanno contribuito 38 appartenenti a
università e centri di ricerca "alpini" riuniti dal 2015 nella
rete transnazionale ForAlps - Foreign immigation in the Alps
(www.foralps.eu), offre una diversa rappresentazione della
questione migratoria in Europa, a partire dal ruolo degli
immigrati nelle aree montane e rurali, confrontando le realtà di
Austria, Italia e Svizzera. Le Alpi, è l'analisi che emerge
nelle 293 pagine del testo, sono ancora terra di emigrazione ma
sempre più di immigrazione, sia interna, dei "nuovi montanari",
sia, in misura maggiore, internazionale, innanzitutto da Europa
Orientale e Africa.
"Gli immigrati stranieri nelle Alpi si dividono
essenzialmente in "volontari" (immigrati per lavoro) e "forzati"
(richiedenti asilo e rifugiati): i primi ci sono da almeno 20
anni e tengono in piedi interi sistemi produttivi locali
(agro-silvo-pastorale, edilizia, turismo, ristorazione, servizi
alla persona). I "montanari per forza" sono invece un fenomeno
recente, meno numeroso ma che nonostante ciò attira molto di più
l'attenzione mediatica. Negli ultimi tempi, la distinzione tra
le due categorie tende ad essere sempre meno netta, vista la
drammatica situazione di molti Paesi di provenienza dei
migranti", ha spiegato Andrea Membretti (Eurac Research).
Guardando ai numeri citati nel volume, al 1 gennaio 2017 gli
stranieri residenti nelle Alpi italiane erano circa 350 mila
(gli italiani oltre 4 milioni). In Trentino Alto Adige, sempre
nella stessa data, c'erano più di 90 mila residenti stranieri
(circa il 9% della popolazione della Regione). I richiedenti
asilo e i rifugiati non fanno però parte di questo computo;
calcolare il loro numero, infatti, è molto difficile. Gli autori
del volume hanno fatto riferimento ai residenti in strutture
Sprar e nei Cas: nel 2016 in Italia ne erano stati registrati
125 mila. Quasi la metà di questi (40%) era ospitata in aree
montane alpine o appenniniche (nello specifico nell'area alpina
si contavano 13.000 richiedenti asilo).
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