Gli ecosistemi alpini offrono acqua
potabile, foraggio, legname e legna da ardere. Contribuiscono a
mitigare le emissioni di gas serra e permettono alle persone di
svolgere attività ricreative all'aria aperta. Questo ventaglio
di possibilità rientra nei cosiddetti "servizi ecosistemici",
cioè servizi che la natura mette gratuitamente a disposizione
dell'uomo. Per rendere evidente il valore di questi servizi che
spesso sfruttiamo in maniera inconsapevole, i ricercatori di
Eurac Research assieme ai colleghi dell'Università di Innsbruck
hanno mappato e quantificato otto importanti servizi
ecosistemici nelle regioni attraversate dalle Alpi.
L'obiettivo è quello di dare agli amministratori uno
strumento per pianificare in modo sostenibile la gestione del
territorio. Tutti i risultati sono raccolti in una pubblicazione
gratuita e consultabili online (www.alpes-webgis.eu). Per ognuno
dei servizi ecosistemici presi in considerazione, ad esempio
acqua potabile, legna da ardere, protezione da smottamenti, i
ricercatori hanno elaborato delle mappe che mostrano, per tutto
l'arco alpino, dove questi servizi vengono prodotti e dove
vengono consumati. "Quantificare i servizi ecosistemici ci aiuta
a capire se li stiamo usando in maniera adeguata. Ragionare in
termini di domanda e offerta può sembrare strano, soprattutto
quando si parla di beni immateriali, come la possibilità di
godere di un bel paesaggio, ma ci permette di identificare le
aree in cui le risorse sono sfruttate eccessivamente e zone dove
esiste un potenziale di uso sostenibile non sfruttato", spiega
Alice Labadini, ricercatrice di Eurac Research. Questo aspetto
emerge chiaramente dalle mappe. Considerando l'Alto Adige, ad
esempio, dalle nostre mappe si nota come l'offerta di luoghi
adatti ad attività ricreative all'aperto sia molto alta nelle
Dolomiti e nella zona dell'Ortles. Mentre nel primo caso a
un'offerta elevata corrisponde una domanda altrettanto
significativa, nel caso dell'Ortles la domanda di attività
ricreative da parte di residenti e turisti è bassa.
In altri casi invece è la domanda a superare l'offerta.
Succede in pianura padana dove la richiesta di acqua,
soprattutto a scopo irriguo e industriale è molto elevata, ma la
disponibilità è bassa.
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