La giunta provinciale di Bolzano
ha approvato la pubblicazione del nuovo bando per la mobilità
internazionale di ricercatori e ricercatrici promosso
dall'Ufficio ricerca scientifica della Provincia di Bolzano
nell'ambito della nuova iniziativa per la ricerca scientifica
volta a rafforzare l'Alto Adige come polo della ricerca a
livello internazionale. Questo bando può essere considerato una
sorta di "progetto Erasmus" con gli enti altoatesini come punto
di partenza o destinazione per gli studiosi di spicco di ogni
settore e disciplina. L'importo a disposizione ammonta a 880.000
euro per i prossimi tre anni e finanzia progetti di durata
compresa fra 6 e 24 mesi.
Le domande vanno presentate entro il 31 ottobre. "Oltre che
per riportare a casa i cervelli in fuga, il bando ha anche
l'obiettivo di allargare l'orizzonte dei ricercatori locali, per
consentire loro di importare pratiche e concetti innovativi e
all'avanguardia al loro ritorno in Alto Adige. Si tratta inoltre
di un'occasione per diffondere all'estero il potenziale di
innovazione del territorio altoatesino, come dimostra anche il
successo degli esempi del passato", ha sottolineato il
presidente Arno Kompatscher. Iniziative simili negli scorsi anni
hanno dato buoni risultati: è il caso di Andrea Andreoli, oggi
ricercatore Unibz in Idrologia e idraulica agraria e forestale,
che ha scelto Bolzano come destinazione per la propria
esperienza internazionale mentre lavorava all'Universidad de
Concepción in Cile. Dopo aver trascorso due anni all'Unibz,
Andreoli è poi tornato stabilmente in Alto Adige nel 2017 come
ricercatore a tempo determinato. "Si può dire che partecipare a
questo bando ha cambiato la mia vita e la mia carriera
accademica. L'attrazione di capitale umano avanzato viene
considerata un valore e per questo viene promossa con bandi
analoghi in molti Paesi del mondo" spiega Andreoli. Un altro
esempio in questo senso è la professoressa Sanja Baric, docente
di Unibz specializzata nell'utilizzo della biologia molecolare
al servizio dell'agricoltura: partita dal Centro Laimburg, Baric
ha trascorso un anno all'università di Warwick in Inghilterra
dove ha potuto collaborare con un gruppo specializzato in
meta-genomica del suolo. Ora, grazie al suo lavoro a Unibz,
riporta queste conoscenze ed esperienze sul territorio in
diversi progetti come l'analisi genetica molecolare dei
microrganismi fitopatogeni e fitoparassiti nei meleti e nei
castagneti in Alto Adige. "Consentire al proprio settore di
studio di progredire grazie alle nuove conoscenze apprese
all'estero, instaurare nuovi contatti ponendo le basi per
collaborazioni e partnership future, ma anche ampliare il
proprio orizzonte culturale: sono questi i vantaggi che a mio
avviso rendono il bando per l'internazionalizzazione
un'opportunità preziosa per coloro che portano avanti, in Alto
Adige o all'estero, un progetto di ricerca" sintetizza Baric.
Per partecipare al nuovo bando occorre presentare un progetto
di ricerca. Sono previsti importi generalmente compresi fra i
40.000 e i 170.000 euro l'anno (a seconda della durata del
progetto di ricerca e del periodo da trascorrere all'estero).
Saranno gli enti di ricerca altoatesini a presentare domanda e
dovranno aiutare i ricercatori a svolgere la loro attività anche
affiancando loro un tutor. "Vogliamo sostenere
l'internazionalizzazione della ricerca altoatesina ed in
particolare di giovani ricercatrici e ricercatori, che sono il
target principale di questo bando. La scienza è di per sé
internazionale e fare esperienza all'estero è essenziale per chi
vuole fare ricerca. Siamo sicuri che di questa esperienza
beneficeranno non solo i singoli ricercatori ma anche i nostri
enti di ricerca, la cui attività scientifica è ormai sviluppata
e in grado anche di attrarre menti giovani e brillanti sul
nostro territorio" spiega Vito Zingerle, direttore della
Ripartizione Innovazione, ricerca e università.
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