La consulta provinciale per la
ricerca e l'innovazione ha dato parere positivo al programma
annuale dell'attività 2018. Il piano ruota tutto attorno alla
ricerca, cui secondo gli ultimi dati Astat viene destinato lo
0,75% del Pil provinciale. Con l'obiettivo di raggiungere la
quota del 3% indicata dalle linee guida europee, gli stakeholder
del territorio e l'amministrazione hanno concordato un piano
d'azione comune. Il programma 2018 prevede lo stanziamento di
complessivi 126 milioni di euro, cifra in aumento rispetto allo
scorso anno.
Proprio le attività di ricerca registrano l'incremento più
consistente, con 97 milioni di euro destinati rispetto ai 78
milioni inizialmente previsti nel piano 2017 approvato lo scorso
anno dalla Consulta. Questa voce include i finanziamenti per
ricerca e didattica agli istituti del territorio: Unibz, Eurac
Research, Conservatorio Monteverdi, Studio Teologico Accademico,
Fraunhofer Italia, Istituto per le Innovazioni Tecnologiche e
Eco Research. La rimanente quota di 29 milioni di euro è
destinata invece a sostenere le strategie per l'innovazione
anche nelle imprese. A queste due voci si aggiungono anche i
finanziamenti del Fondo europeo per lo sviluppo regionale
(Fesr).
"Costruire una cultura nuova in questo settore solo
aumentando i finanziamenti sarebbe l'approccio sbagliato.
Occorre anche lavorare con gli stakeholder del territorio per
creare un contesto fertile e favorevole, dove innovazione e
ricerca raggiungano una massa critica tale da innescare sviluppo
economico", ha chiarito il presidente della Provincia, Arno
Kompatscher. Quella che è stata ribattezzata "Iniziativa per la
ricerca" per trasformare l'Alto Adige in un unico, grande polo
di ricerca diffuso, segue due strade, a partire da una decisa
spinta alla ricerca di base.
L'altro fil rouge del programma 2018 va invece verso una
maggiore apertura e collaborazione con le realtà europee di
eccellenza, in primis quelle austriache e tedesche. "Nel 2018
stringeremo accordi con il Wissenschaftsfonds (Fwf) austriaco e
con altri enti attivi in Germania nell'ambito del Joint Research
Projects, uno dei quattro programmi creati proprio per sostenere
la ricerca in provincia" ha sottolineato Vito Zingerle,
direttore della ripartizione Innovazione, ricerca e università.
Complessivamente per Joint Research Projects, Research Alto
Adige, Euregio Plus e Seal of Excellence sono stati stanziati 4
milioni di euro. Per il NOI Techpark il futuro rimane
all'insegna delle specializzazioni. "Le risorse disponibili
vanno concentrate e finalizzate alla costruzione di una ricerca
d'eccellenza" ha sottolineato Ulrich Stofner, direttore della
Ripartizione economia, innovazione ed Europa.
Oggi l'Alto Adige eccelle soprattutto nei settori energia e
ambiente, tecnologie agroalimentari, tecnologie alpine e Ict e
automation. A questi si aggiungono tecnologie medicali,
trattamenti di cura naturali e industria creativa, che si stanno
rivelando settori emergenti. Uno strumento fondamentale per lo
sviluppo del NOI Techpark sarà la nascita di "un Campus della
ricerca sviluppato attraverso partnership
pubblico-private".
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