Oltre 100mila soldati di lingua
italiana hanno combattuto durante la Grande Guerra per l'Impero
austro-ungarico. I militari in divisa del Kaiser furono però
considerati inaffidabili e sospetti perché parlavano appunto la
lingua del nemico. Lo storico altoatesino Andrea Di Michele
analizza il loro destino nel libro "Tra due divise. La Grande
Guerra degli italiani d'Austria" (Laterza).
"I miei stessi fratelli austriaci mi trattano tanto male
senza alcuna ragione, perché io non mi sono comportato male né
verso di loro né verso il mio caro Impero austriaco", scrisse il
contadino goriziano Giuseppe Cisilin ai suoi familiari. I
soldati, provenienti dal Trentino e dal litorale austriaco,
furono inviati soprattutto sul lontano fronte russo, dove circa
30.000 finirono prigionieri. Gli italiani in divisa austriaca,
anche se visti con diffidenza, furono però contesi dall'Italia,
che avviò pressioni e tentativi di rieducazione nazionale, come
ricostruisce il ricercatore della Libera Università di Bolzano.
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