E' scattata ufficialmente lunedì la
prima presidenza bulgara della storia dell'Ue, che ha raccolto
il testimone dall'Estonia, mentre nel secondo semestre del nuovo
anno sarà la volta del controverso neogoverno di estrema destra
austriaco a guidare l'Europa, e che alcuni politici hanno già
chiesto di boicottare. Sul tavolo restano da risolvere i dossier
più spinosi: la questione dei migranti e la revisione del
sistema d'asilo europeo, la Brexit e la riforma dell'eurozona e
il futuro post 2020 dell'Ue. E' l'orizzonte che si apre nel 2018
- l'ultimo anno utile prima delle elezioni europee del 2019 -
per l'Unione europea. Sullo sfondo si muovono una Francia sola
al comando con Macron, una Germania con la Merkel indebolita che
non è ancora riuscita a formare un governo, una Spagna in crisi
politica senza precedenti con la Catalogna che chiede
l'indipendenza, e una Polonia in rotta di collisione con
Bruxelles che ha avviato una procedura dall'impatto 'nucleare'
per il mancato rispetto dello stato di diritto.
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