In discussione domani in Consiglio
provinciale a Trento, in una seduta straordinaria richiesta
dalle minoranze, la questione delle guardie mediche. Un solo
punto all'ordine del giorno, da discutere fino a votare: la
proposta di mozione 464 sottoscritta da tutti i rappresentanti
dell'opposizione, che chiede all'assemblea legislativa di
impegnare la Giunta a "sospendere l'applicazione del deliberato
che taglia il numero di guardie mediche e i rispettivi presidi
sul territorio, per intraprendere un confronto leale e
trasparente con gli amministratori locali teso a concertare
soluzioni che siano rispettose delle peculiarità dei territori e
delle aspettative della popolazione".
Nel testo i dodici firmatari, nell'ordine Giacomo Bezzi,
Rodolfo Borga, Manuela Bottamedi, Claudio Cia, Claudio Civettini
Civettini, Filippo Degasperi, Massimo Fasanelli, Maurizio
Fugatti, Nerio Giovanazzi, Marino Simoni, Walter Viola e
Gianfranco Zanon, motivano l'iniziativa politica ricordando come
nel piano della cosiddetta "riorganizzazione" della sanità
trentina, i presidi territoriali delle guardie mediche subiscano
una riduzione del 30%.
"In termini numerici - precisano i consiglieri - si passa da
33 presidi sparsi sul territorio a 20, con due sedi che
diventano operative durante la stagione turistica, e da circa
150 guardie mediche operanti in Trentino si passa ad un
centinaio. Gli amministratori locali riferiscono di aver
ricevuto la notizia con comunicazione dal direttore dell'azienda
sanitaria o tramite telefonate dai vertici del proprio
distretto, quindi senza un reale confronto e una concertazione
dell'iniziativa".
Secondo le opposizioni ciò dimostra che "la visione
complessiva di questo piano non è chiara, considerato che a
fronte di risparmi teorici dai tagli dei servizi sul territorio
corrisponderà una progressiva centralizzazione della sanità, con
aumento degli accessi nei pronto soccorso principali e
conseguente calo della qualità del servizio. Il presidio di
guardia medica - concludono gli esponenti della minoranza -
viene percepito come fondamentale per i cittadini, soprattutto
quelli che vivono nei territori periferici della nostra
provincia e che già manifestano insofferenza per la perdita
progressiva di altri servizi essenziali".
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