Ingannare i meccanismi sensoriali
per preservare le colture, olfatto in particolare. Si può e con
sostanze naturali, quindi a basso impatto ambientale. Almeno per
difendere la vite e il melo. Lo scopo è provocare una sorta di
reazione di disgusto negli insetti, non appena i recettori
olfattivi presenti sulle antenne vengono a contatto con
determinate sostanze e portano questa informazione al cervello,
così da allontanarli in modo naturale.
È la materia di una tesi di dottorato sui meccanismi
olfattivi di alcuni insetti infestanti per l'agricoltura
trentina, come la Carpocapsa del melo e la Tignoletta della
vite. La tesi è stata costruita quindi alternando esperimenti
molecolari e studi elettrofisiologici condotti direttamente
sulle antenne degli insetti. Un lavoro di Alberto Maria
Cattaneo, svolto in collaborazione tra la Fondazione Edmund Mach
(Fem) di San Michele all'Adige, in Trentino, e l'Università di
Milano, che gli è valso il premio Giovanni Binaghi della Società
italiana di entomologia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA