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Anche Botticelli in tesori Innocenti

Anche Botticelli in tesori Innocenti

Galleria di 'pesi massimi' nel nuovo museo di Firenze

FIRENZE, 21 giugno 2016, 11:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Bartolomeo di Giovanni, Piero di Cosimo, Neri di Bicci, Luca della Robbia, Giovanni del Biondo: questi alcuni dei 'pesi massimi' accolti nella nuova galleria d'arte dell'Istituto degli Innocenti. La collezione unisce opere di committenze dirette, altre di provenienza ignota, insieme a eredità pervenute da diverse istituzioni assistenziali come il nucleo delle opere che viene dall'Ospizio di Orbatello (il trittico di Giovanni del Biondo, il trittico di Giovanni di Francesco Toscani e la pala di David Ghirlandaio) in via della Pergola a Firenze, prima rifugio per anziane e vedove con figli piccoli e poi ricovero per le 'gravide occulte', che dovevano nascondere la maternità e avevano bisogno di un luogo sicuro in cui attendere il parto. Tra i pezzi più significativi della collezione si trova la Madonna col Bambino e un angelo di Sandro Botticelli. Il dipinto - ispirato alla celebre Madonna col Bambino di Filippo Lippi - è nel patrimonio dell'Ospedale da metà Ottocento. Di notevole importanza anche la Madonna col Bambino di Luca della Robbia, realizzata intorno al 1445, anno in cui l'istituzione inizia ufficialmente a operare: la scultura doveva ornare un altare laterale della piccola chiesa privata riservata alla comunità femminile e essere oggetto di particolare venerazione da parte delle fanciulle e delle balie. È nella sala finale che sono raccolte le opere più prestigiose dell'Istituto degli Innocenti, riproposte secondo l'originale posizionamento sugli altari quattrocenteschi, l'Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio, così ricca di significati identitari da essere mantenuta nel luogo più importante della chiesa per molti secoli e le sette storie della predella di Bartolomeo di Giovanni giovane e assiduo collaboratore della bottega dei Ghirlandaio. Sulla sinistra è collocata l'opera di Piero di Cosimo, Madonnna col Bambino in trono e i santi e a destra l'Incoronazione di Neri di Bicci. Tra le altre opere esposte si ricordano, tra le altre, la Madonna in trono col Bambino e angeli, venerata dalle nocentine del Poppi opera legata alla comunità femminile dell'Ospedale dove sono raffigurate ai piedi della Vergine delle bambine, fanciulle, ragazze e donne anziane, che danno un volto ai diversi ruoli presenti nell'Ospedale, e lo splendido Crocifisso ligneo trecentesco, recuperato grazie al recente restauro. Oltre la sala del Ghirlandaio si trova il Coretto delle balie che conserva i manufatti realizzati dalle donne per motivi devozionali: in questo spazio spicca la statua settecentesca di San Nicola che fu donata alle fanciulle che qui vivevano. Senza dubbio il culto per san Nicola, protettore delle ragazze da marito, di coloro che sono in difficoltà e soprattutto dei bambini, lo rendeva un'opera preziosa davanti cui pregare. Il santo è raffigurato con tre bambini di cartapesta da lui resuscitati, come narra la leggenda. Percorrendo lo scalone di fine Ottocento, utilizzato in passato per condurre i bambini dall'Ufficio di consegna e dalla Sala di prima osservazione agli ambienti del brefotrofio, è possibile ammirare la grande scultura in marmo raffigurante San Giovanni Evangelista. L'opera proviene dal tabernacolo dell'Arte della Seta posto all'esterno della chiesa di Orsanmichele e fu la seconda ad essere collocata dopo la decisione con cui il Comune nel 1339 imponeva alle Arti di far decorare la propria edicola con la statua del santo patrono. A fine Ottocento l'opera è stata trasferita negli ambienti vicini al Cortile delle donne che ospitavano il primo allestimento museale dell'istituzione. Dopo lo spostamento del museo nella galleria sopra il portico di facciata, avvenuto nel 1971, la scultura è rimasta per quasi quarant'anni nei depositi, fino al suo trasferimento nella sua collocazione attuale. La grande figura è attribuita a Simone Talenti, architetto e scultore attivo nei principali cantieri fiorentini intorno alla metà del Trecento: di particolare bellezza sono la capigliatura, con i riccioli che si attorcigliano su se stessi, e la potente espressività del volto e del corpo monumentale.
   

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