(ANSA) - FIRENZE, 09 MAG - Il cancro non è più una malattia
incurabile, ma in Italia resta ancora troppo divario tra Nord e
Sud per quanto riguarda la qualità delle cure. Lo spiega Lucia
Mangone, presidente dell'Associazione italiana registri tumori
(Airtum) e tra i relatori al Cracking cancer forum di Firenze.
"Il cancro non è più un male incurabile, in Italia abbiamo
complessivamente una sopravvivenza del 60% a cinque anni dalla
diagnosi", afferma. I dati più confortanti si registrano per il
tumore alla tiroide, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni
dell'88%, alla mammella (87%) e alla prostata (82%), percentuali
che salgono anche al 99% in caso di diagnosi precoce.
"I dati meno confortanti arrivano dal tumore al polmone,
secondo per incidenza tra gli uomini e terzo tra le donne, che
registra un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 18%, ed è
correlato nel 90% dei casi al fumo di sigaretta", prosegue
l'esperta. "Per questo motivo - aggiunge - sarebbe contenibile
con campagne di informazione molto forti rivolte ai giovani".
I dati poi sono molto diversi da regione e regione: "Al Nord ci
si ammala molto più che al Sud, ma al Sud si sopravvive di
meno", afferma ancora Mangone. I dati migliori si registrano in
Emilia Romagna e in Toscana, soprattutto per tumore della
mammella e del colon retto, con un tasso di sopravvivenza
intorno al 62%, di due punti superiore alla media nazionale.
"Questo - spiega sempre Mangone - non è legato alla fortuna o
alla sfortuna, ma alla capacità dei sistemi sanitari regionali
ad esempio di effettuare diagnosi precoci e di attuare adeguati
percorsi diagnostico terapeutici". Non meno importante
l'adesione agli screening, ancora troppo bassa al Sud: "In
Emilia Romagna l'adesione è del 64%, in Puglia del 5% -
sottolinea Mangone -, eppure gli screening sono nei Lea e sono
previsti su tutto il territorio nazionale".
"Le azioni possibili sono lavorare sugli stili di vita, come per
esempio non fumare e mangiare più frutta e verdura". "Fare una
diagnosi precoce e migliorare l'adesione agli screening", e
infine mettere in campo "un lavoro di squadra che coinvolga
professionisti, decisori ma anche cittadini e pazienti, le cui
associazioni possono fare molto". (ANSA).